Somadida, la foresta che resiste al tempo e al vento

I sentieri e la pace del bosco più grande del Cadore che è Riserva Naturale e paradiso di biodiversità

AURONZO DI CADORE (Belluno).  È il bosco più grande del Cadore, già anticamente noto anche come il più bello. Tanto che nella seconda metà del Quattrocento la Magnifica Comunità Cadorina lo donò alla Serenissima per lo sfruttamento del suo legname pregiato che per secoli rifornì l’Arsenale veneziano. Dal 1866, quando il Veneto ritornò a far parte del Regno d’Italia, divenne Patrimonio dello Stato e fu inserito tra i beni inalienabili del Regno d’Italia, anche se all’inizio del Novecento subì un forte prelievo di legname occorrente per le fortificazioni del fronte dolomitico.

Sfumature di verde

Ma dal 1972 la Foresta di Somadida divenne ufficialmente una Riserva Naturale Orientata, ossia non usata per la produzione di legno e chiusa alla caccia. Da allora, gestita dal Reparto Carabinieri per la biodiversità di Vittorio Veneto (già Corpo Forestale), nei suoi oltre 1600 ettari non sono più stati eseguiti tagli a scopi economici, ma solo quelli necessari per motivi fitosanitari e quelli utili a eliminare gli schianti avvenuti per cause naturali, come i molti provocati dalla tempesta Vaia, le cui ferite sono ancora ben aperte in alcune zone.

Passeggiare tra le infinite sfumature di verde, i giochi di luce tra gli alberi e gli intensi profumi di legno e di resina, significa anche conoscere un ambiente dov’è presente una ricchissima biodiversità, un patrimonio naturalistico e faunistico senza pari, che oltre agli alti alberi raccoglie un sottobosco con i fiori più belli delle Dolomiti.

Se alle quote più alte della Riserva (fino a oltre 3000 metri) i versanti sono decisamente impervi e gli impegnativi sentieri alla portata di soli escursionisti esperti, la foresta occupa il fondovalle (circa 1100 m.) ed è percorsa da facili sentieri che ne consentono la visita anche ai meno allenati e ai bambini, anche in carrozzina (l’accesso consentito anche ai cani, purché al guinzaglio), e da qualche stradina sterrata da affrontare a cavallo o in mountain bike. A circa 300 metri dalla sbarra d’accesso, c’è un Centro Visitatori, con un piccolo museo naturalistico per arricchire la conoscenza della Riserva e delle sue peculiarità, dal quale partono le visite guidate e le escursioni con esperti di varie discipline frequentemente proposti.



Vocazione letteraria

E poi c’è la “Biblioteca nel bosco”, una baita in cui sono raccolti centinaia di libri di narrativa e poesia, saggi e volumi di carattere scientifico, favole e racconti brevi e audiolibri incentrati sul tema del bosco, degli alberi e della foresta che i visitatori possono prendere a prestito gratuitamente per leggerli anche sulle panche tra gli alberi.

Una “vocazione letteraria” già nel 1993 sottolineata da Ermanno Olmi, che tra gli alberi e le magiche atmosfere di Somadida ha girato “Il segreto del Bosco Vecchio”, tratto dal romanzo di Dino Buzzati del 1935. Quello in cui l’atteggiamento distruttivo dell’uomo dei confronti della natura si avvale della complicità di un vento impetuoso e devastatore, pur se con un lieto fine. Come a Somadida, che dopo Vaia incanta ancora. 

IL SIMBOLO

Somadida è circondata da maestose cime, tra le quali la più rappresentativa (e più frequentemente visibile) è il Corno del Doge, simbolo della Riserva, la cui forma ricorda il copricapo della più alta carica della Serenissima. Tra gli alberi si possono anche scorgere le Cime di Valbona, la Croda de Banco e i Cadini di Misurina. (auronzomisurina.it). 

IL BOSCO

Il bosco del Col Nero all’interno della Riserva, a quasi 2000 metri di quota, è difficilmente raggiungibile anche per i più esperti frequentatori della montagna. Ed è proprio questo che ha reso possibile la crescita di un “bosco vetusto” formato da maestosi larici e pini cembri plurisecolari che non sono mai stati disturbati dall’uomo, scoperti solo nel 2013. 

LE VISITE

L’accesso all’intera riserva è libero e gratuito, vincolato al rispetto per le norme per la tutela delle riserve naturali. La Foresta di fondovalle, attraversata anche dalla ciclabile Auronzo-Misurina, è accessibile anche con la neve, con ciaspole o sci d’alpinismo e, su un tratto, con sci da fondo. Il centro visitatori è aperto solo in estate. (infodolomiti. it). 

LA SAGA

Il re di Aurona aveva segregato nel proprio regno sotterraneo il suo popolo, compresa sua figlia Sommavida, in cambio di immani ricchezze. Ma arrivò il re di Contrin, che liberò il popolo di Aurona e impalmò la principessa. Così racconta l’antica Saga ladina dei Fanes, nella quale è facile cogliere le assonanze, anche se l’origine del nome Somadida è ancora incerta. 

Dove: la Riserva di Somadida: dal pianeggiante bosco vicino al centro Auronzo di Cadore alle rocce delle Marmarole e del Sorapiss. 

Come: l’accesso alla foresta è a Palùs San Marco, a metà strada tra Auronzo e Misurina, ed è dotato di un parcheggio gratuito. 
 

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