Sordomuto deve prenotare una visita: "Telefoni al centralino"

Per prenotare una visita medica bisogna telefonare al Cup, il centro unico di prenotazioni. Ma se si è sordomuti, il telefono non è più uno strumento efficace. E' l'effetto dei tagli alla sanità
Mion Venezia, 08.10.2009.- Sala Operativa Polizia di Stato.- Nella foto il Pres dei sordomuti Ruzzene Gianfranco con il suo telefonino invia SOS al 113 e l'operatore risponde in tempo reale alla richiesta d'aiuto.-
Mion Venezia, 08.10.2009.- Sala Operativa Polizia di Stato.- Nella foto il Pres dei sordomuti Ruzzene Gianfranco con il suo telefonino invia SOS al 113 e l'operatore risponde in tempo reale alla richiesta d'aiuto.-

PADOVA. Per prenotare una visita medica bisogna telefonare al Cup, il centro unico di prenotazioni. Ma se si è sordomuti, il telefono non è più uno strumento efficace. Eppure, al Busonera, alla signora Mariagrazia Cavallo, non udente, è capitato di sentirsi rispondere che non c'era altra strada che il Cup. E non è un caso isolato. E’ accaduto anche a Rocco Rosselli, vicepresidente Ens (Ente nazionale sordi) per una visita ortopedica nell’Ulss 15. E così a Daniela Mazzocco. I quali hanno dovuto subire, oltre all’impossibilità di prenotare, l’amarezza e la delusione di sentirsi presi in giro. A volte di fronte a dipendenti gentili ed imbarazzati ma costretti ad applicare le regole, altre messi sgarbatamente alla porta con un post e il numero del Cup in mano.

Nell’era due punto zero, dove la tecnologia la fa da padrona, non si riesce a prenotare una visita specialistica. A pagarne le conseguenze 2700 sordi veneti. Fino a poco tempo fa potevano avvantaggiarsi del servizio “Ponte Veneto” pensato per loro: sms, e-mail, chat e videochat. Un servizio che costava alla Regione 70 mila euro. I fondi per quest’anno sono stati messi a bilancio, ma non sono arrivati. Proprio nell’anno che sarebbe il decimo anniversario della nascita di questo ponte, quando il Veneto, prima regione italiana a metterlo in piedi, era capofila della civiltà.

«La Regione non ci considera: abbiamo chiesto i tablet al posto dei dispositivi per sordi che non sono neanche più prodotti», spiega Rosselli, «non abbiamo visto niente, malgrado la Regione non debba metterci nemmeno un soldo perché sono fondi del Ministero. In ospedale ci sono gli interpreti per tutte le lingue, ma non per la nostra». Accanto a loro, fra gli altri, i consiglieri regionali Piero Ruzzante, Nino Pipitone e Claudio Sinigaglia. «I forti tagli al sociale continuano a colpire», attacca Ruzzante, «nel 2007 disponevamo di oltre 3 milioni di euro, quest’anno appena 450 mila euro. Togliendo l’addizionale Irpef (130 milioni di euro), che colpiva il 10% della popolazione, i ricchi, si penalizzano tutti gli altri». «Non è una regione civile quella che abbandona i deboli», scandisce Pipitone, «i nostri amici non udenti aspettano i 70 mila euro del servizio ponte più altri 100 mila euro già a bilancio, ma si trovano 600 mila euro per l’identità veneta e altri 100 mila per le “griglie bollenti”».

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