Sottomarina dopo il Coronavirus, ecco il primo giorno al mare con termoscanner e gel

Apertura degli stabilimenti per i pendolari: padovani e vicentini danno l’assalto ai ristorantini ma gli arenili non sono ancora tutti pronti. Un inizio di stagione all’insegna della cautela 

CHIOGGIA.  La sabbia tirata a lucido, il mare calmo, le palme a ricordare atmosfere esotiche. La spiaggia di Sottomarina è pronta a accogliere l’assalto del dopo quarantena, ma al primo appello non si presentano in molti. I punti più affollati sono i chioschi. Perché la voglia di uno spaghetto allo scoglio in riva al mare o di una fritturina batte anche la psicosi e la ritrosia di andare in spiaggia con la mascherina. I primi turisti confermano però la voglia di normalità e di concedersi due ore al sole senza alcun pensiero. I più increduli sono i bambini che si guardano attorno e non capiscono perché le giostre siano recintate, perché i campetti sportivi non siano ancora montati e perché ci siano così poche persone attorno. Ma i bambini fanno presto a adattarsi, prendono paletta e secchiello e ritornano ai vecchi castelli di sabbia.

Primi pendolari

Padova e Vicenza sono le prime targhe che si leggono nelle auto posteggiate a ridosso del litorale. E infatti facendo i primi passi sulla sabbia, il dialetto conferma il turismo di prossimità. Piccoli gruppi, coppie, nuclei familiari o al massimo qualche amica. «Pensavamo di trovare più gente», raccontano Anna Sofia, Alessandra e Annarita, tre giovanissime di Padova, «dopo un periodo così brutto, si pensava che con l primo via libera per il mare tutti avrebbero raggiunto la spiaggia. Forse c’è ancora paura o forse si teme di trovare prescrizioni troppo rigide. In realtà basta solo entrare nell’ottica di mantenere le distanze e indossare la mascherina quando si va a prendere qualcosa al chiosco o si va in bagno. Ci sono gel igienizzanti ovunque. Dobbiamo pian piano tornare a vivere e una giornata al mare è il miglior sistema per buttarci alle spalle gli ultimi mesi di angoscia». «La spiaggia così non l’abbiamo mai vista», racconta la famiglia Piazzi di Verona, che ha scelto di trascorrere a Sottomarina tutto il weekend, «pensavamo di trovare tanta gente, ma anche ombrelloni e strutture perfettamente operative. Invece le spiagge non sono piene, solo spianate e ripulite, ma senza capanne e ombrelloni. Si coglie che non è un’estate normale e che si dovrà fare un passetto alla volta. Però siamo felicissimi di stare al mare e di goderci la prima giornata al sole sulla spiaggia».

GEL, MASCHERINE E DISTANZE

Le strutture non sono provviste tutte di ombrelloni e capanne, ma le misure di sicurezza sono applicate. Nastri adesivi per terra per segnalare le distanze di un metro da biglietterie e reception, gel igienizzanti agli ingressi, ma anche a metà spiaggia dove si trovano i bagnini per noleggiare i lettini. Accanto ai gel anche mascherine gratuite per chi ne fosse sprovvisto. «Ci vorrà del tempo per tornare alla normalità, spiega la famiglia Lisiero di Este. Ci siamo trovati benissimo. Siamo arrivati con la mascherina, abbiamo noleggiato il lettino e il bagnino ci ha accompagnato, posizionandolo distante da tutti. Per andare in bagno dovremo mostrare il ticket del noleggio, usare la mascherina e sanificarci». Contente del rispetto delle regole e del servizio offerto anche madre e figlia di Rovigo, clienti abituali della spiaggia di Sottomarina. «Fanno bene a attendere di piantare ombrelloni e capanne», spiegano, «con tutto quello che è successo la prudenza è d’obbligo e prima di allestire spiagge immense come queste occorre avere un minimo di certezza che la gente arriverà».

CHIOSCHI AFFOLLATI

Buona la prima per chioschi e ristorantini in riva al mare, che si sono riempiti oltre le aspettative. Forse qualcuno non era ancora pronto per indossare il costume e stendersi al sole. Gustare invece un piatto di pesce in riva al mare, come primo scampolo di spiaggia, è meno impegnativo. E così i chioschi pian piano si riempiono. «Non pensavamo davvero di vedere così tanta gente nel primo giorno», spiega Paolo Boscolo, titolare del chiosco dentro lo stabilimento Astoria, «abbiamo tanti padovani e vicentini, e ovviamente qualche chioggiotto, che è venuto a vedere com’è la situazione. Ci siamo preparati al meglio: tavoli distanziati, gel in ogni tavolo, menù plastificati e pulizia profonda dei tavoli a ogni pasto. Il personale è tutto munito di mascherine e guanti, e controlla che tutto vada per il meglio». «Non c’è nulla di più rigenerante di gustarci uno spaghetto allo scoglio a pochi metri dal mare», raccontano Antonella Marangon e Patrizia Tiozzo, «dopo mesi di reclusione, non ci pare vero di essere con i piedi sulla sabbia e sotto il sole».

OPERATORI AL LAVORO

Nell’ultima settimana, i concessionari hanno passato intere giornate sull’arenile per allestire gli stabilimenti secondo le norme varate domenica scorsa e prepararsi ai primi turisti. Qualcuno, con grandi stabilimenti, come l’Astoria, sta facendo un passo alla volta, cercando di capire se i clienti arriveranno e con quali numeri; altri, come la Sirenella, hanno già piantato lettini e ombrelloni, iniziando a noleggiarli. «Oggi abbiamo noleggiato una ventina di lettini», spiega Fabrizio Boscolo Nale, titolare dell’Astoria, «ne avevamo preparati 200, ma davvero non potevamo sapere se qualcuno sarebbe arrivato. In settimana monteremo gli ombrelloni, ancor più larghi rispetto agli anni scorsi, quando già erano a 4.5 metri. Ridurremo probabilmente anche il numero delle capanne, e comunque non saranno disponibili prima di metà giugno. Abbiamo la fortuna di avere una spiaggia enorme. Speriamo che arrivino i turisti perché il momento è davvero difficile per molti».—

Elisabetta B. Anzoletti

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