Spacciatori e caos nella Torre Belvedere: il portiere ora lo fa un vigilante armato

Piazzale Stazione Padova: ingaggiato dagli ultimi residenti italiani per fare servizio notturno. Ingressi consentiti solo con chiavi magnetiche numerate
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - TORRE BELVEDERE STAZIONE
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - TORRE BELVEDERE STAZIONE

PADOVA. Una guardia giurata come portiere, dalle dieci di sera fino al mattino. Un uomo armato che se ne stia in guardiola e che impedisca tutto ciò che ha reso la Torre Belvedere, il grattacielo azzurro di piazzale stazione, uno degli epicentri del degrado di Padova. Dopo piazza De Gasperi che si autofinanzia e si compra la sicurezza sotto casa, c’è un’altra comunità che corre ai ripari.

Il portiere vigilante

La decisione è stata presa nel mese di gennaio, dopo una serie di riunioni di condominio con l’amministratore Fabio Bean. È stata ingaggiata una guardia giurata che ora fa da portiere durante la notte. Controlla gli accessi, osserva le dinamiche e segnala eventuali presenze indesiderate. I residenti sono stati dotati di una particolare chiave magnetica, che serve non solo per il portone d’ingresso ma anche per l’ascensore. Il costo del servizio viene ripartito tra gli abitanti del palzzo, decisi più che mai a invertire la rotta.

B&b per spacciatori

«Il problema di quel palazzo è che molti spacciatori usavano gli appartamenti come bed and breakfast abusivi», rivela un investigatore della polizia municipale che da tempo sta monitorando il fenomeno. Questo è stato individuato come il problema principale anche da parte dell’assemblea di condominio. Ecco dunque il vigilante armato all’ingresso. E la chiave magnetica per entrare. «Ciò significa che per fare entrare uno sconosciuto di notte deve necessariamente scendere il padrone di casa che detiene la chiave magnetica, esponendosi quindi alla vista della guardia giurata» spiega un ufficiale all’interno della polizia locale.

Il palazzo

Gli appartamenti dell’immobile, costruito nel 1970 dalla Cattolica Assicurazioni, tra Scala A e Scala B, sono 72. Nella “torre di frontiera” sono rimaste solo 25 le abitazioni dove vivono o lavorano cittadini italiani. Tra questi ci sono alcuni studi di avvocati, poche famiglie e la scuola d’estetica Primia. Una ventina di appartamenti sono di proprietà di una società riconducibile all’imprenditore campano Francesco Manzo (che fu sottoposto a un’indagine dell’Antimafia).

I blitz

La vita all’interno della Torre Belvedere diventa spesso una questione di pubblica sicurezza. Il 19 maggio 2015 furono individuati due appartamenti subaffittati a trafficanti di droga, il 21 febbraio 2018 fu chiusa un’abitazione con alcune ragazze cinesi che venivano obbligate a prostituirsi, il 9 marzo scorso vennero trovate dalla polizia municipale 45 persone in una bisca clandestina.

Anonimato e silenzi

«Lanciamo un appello alla politica affinché qualcuno possa allontanare chi non rispetta le regole» dice un residente chiedendo l’anonimato. «I proprietari mi chiedono di non parlare con i giornalisti» fa sapere invece l’amministratore Bean. —


 

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