Spaccio all’ombra del campanile 25 anni alla banda dei tunisini
Venticinque anni di carcere per spaccio di droga all’ombra della chiesa e del patronato dell’Arcella. Ma anche a Vigodarzere e Pontevigodarzere. Alla fine l’indagine condotta dal pm Benedetto Roberti e dai carabinieri della stazione di Vigodarzere (all’epoca le indagini furono condotte dal maresciallo Donati) ha dato gli esiti sperati.
Sei anni e 22 mila euro di multa, oltre all’espulsione a pena espiata per Khalil Rhimi, 28 anni; stessa pena per Jesser Rhimi, 26; per Amir Chihi, 22; 7 anni e 30 mila euro di multa e sempre l’espulsione per Kais Baccouchi, 25, tutti tunisini. Per tutti gli altri componenti della banda il giudice ha deciso il rinvio a giudizio fissato per il 3 luglio prossimo, tranne per alcuni, allo stato irreperibili. Il gruppo smerciava droga a chili: cocaina, hashish, marijuana e ancora eroina era venduta nel quartiere Arcella a ridosso di giardini pubblici, del patronato della Chiesa della Santissima Trinità, del supermercato Interspar a Pontevigodarzere come del capolinea nord del tram e, ancora vicino alla chiesa in via Valmarana e sulla strada dove s’affaccia il locale Gasoline, fino all’area del Plebiscito accanto al discount e alla stazione di servizio Ip senza trascurare via Zanchi di fronte all’istituto scolastico comprensivo “Donatello”. Per consegnare la droga, senza il rischio di farsi riconoscere dai loro clienti, si bardavano con sciarpe cappelli e perfino parrucche, ben sapendo che, spesso, è dal consumatore che si individua la filiera per arrivare al venditore.
Per tre anni almeno quei traffici sono andati avanti. Con guadagni floridi. Il tariffario era preciso: 50 euro per una pallina di cocaina, dai 10 ai 20 euro per un grammo di hashish lievitati tra i 40 e i 70 euro per 5-10 grammi di “erba”, 10 euro per ogni grammo di marijuana e 20 euro per un grammo di eroina. Tutti italiani i compratori, uomini e donne, ragazzi e ragazze, consumatori abituali e insospettabili che con frequentazione regolare andavano a rifornirsi del “necessario”, attenti a non superare le dosi personali per evitare guai con la giustizia.
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