Spaccio e degrado nel quadrilatero delle case popolari del quartiere Palestro

Sono le 17 di un pomeriggio qualsiasi nel quadrilatero formato dalle vie Dottesio, Varese, Toselli e Magenta, nel quartiere Palestro. Piazza Caduti della Resistenza si sta piano piano facendo sempre più affollata. Ci sono bambini che giocano al termine della scuola, ci sono le mamme, ma ci sono anche persone sole che sembrano attendere qualcuno all’incrocio delle vie. «Qui purtroppo c’è una grande giro di spaccio», sospira la dipendente di un’associazione che ha sede nella zona. «Ci sono addirittura le cosiddette “sentinelle”. La polizia lo sa, e non di rado viene a fare qualche blitz, ma all’indomani torna tutto come prima».
Il rione, dove sorgono per la maggior parte case popolari, è abitato da moltissimi stranieri. Le etnie sono le più svariate: ci sono nordafricani, nigeriani, persone dell’est, ma anche diversi italiani. E la convivenza spesso non è facile.
Le case Ater di via Dottesio
Proprio dietro la piazza sorgono una serie di condomini gialli a quattro piani, tutti uguali. Hanno la forma di un ferro di cavallo composto da decine e decine di piccoli appartamenti di proprietà dell’Ater. Sono piccoli quartieri multietnici dove purtroppo il degrado è evidente. C’è chi tenta di rendere più belli i propri balconi con qualche piantina colorata, ma c’è anche chi è incurante degli spazi condominiali. Ci sono rifiuti abbandonati a terra, scarpe rotte, muri scrostati. Le biciclette parcheggiate in quelli che sono una sorta di cortili condominiali sono senza ruote. Forse abbandonate. La puzza di urina è quasi una costante.
Di questo più di qualche residente si lamenta. Ma da ottobre spaccio e degrado sembrano essere finiti al secondo posto nella lista dei problemi della zona. Adesso a creare il maggior disagio sono i lavori per il rifacimento dell’impianto di teleriscaldamento. Lavori iniziati a ottobre e non ancora finiti che stanno lasciando i residenti senza riscaldamento e acqua calda.
la protesta dei residenti
Tutti si lamentano, ma la maggior parte ha paura di esporsi. «Se parliamo male dell’Ater rischiamo davvero di non essere più considerati», dice una residente. E come lei tanti altri. Ma c’è anche chi, arrivata a 80 anni, non ha paura di dire quello che pensa: Luciana Cattelan. «Siamo senza acqua calda da quattro mesi per colpa di questi lavori. Per lavarci dobbiamo scaldarla con le pentole sul fuoco. E io sono tra i fortunati perché il riscaldamento funziona ma ci sono persone qua che sono al freddo». Luciana è arrabbiata. «Ho sempre pagato tutto ma sono pronta a non dare più un euro. Sono stata fin troppo disponibile». La residente racconta di occuparsi lei della pulizia della sua scala: «Nonostante ci mettano in conto la pulizia delle scale sono io qua che pulisco ogni mattina alle sei. E trovo di tutto, anche siringhe di balordi che entrano negli spazi dei nostri condomini. Questo perché i cancelli che ci erano stati promessi ancora ai tempi di Zanonato non sono mai stati installati. E questo è il risultato. Qualcuno dovrebbe intervenire»
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