Sparisce un altro Kenny Random, cancellato dal muro del Portello

Un altro murale di Kenny Random rimosso a Padova per motivi di sicurezza. L'opera, tra le prime creazioni dell'artista, era su un muro pericolante di proprietà del Dipartimento di Ingegneria dell'Università

Elvira Scigliano
Il murales di Alessio B
Il murales di Alessio B

Un altro Kenny Random sparito. È accaduto in vicolo Portello. Il muro che ospitava il lavoro di uno dei primi (e più amati street artist padovani) è di proprietà dell’Università ed è la sede del Dei, il Dipartimento di ingegneria dell’informazione (Dei).

Era già accaduto, sempre con un lavoro di Kenny Random, in zona industriale, quando la Peroni aveva allargato lo stabilimento e abbattuto il muro con l’uomo a cavalcioni del pulcino. Di recente, ad Abano Terme, un’altra opera di street art è stata cancellata: il murale di Alessio-b dedicato ad Ayrton Senna e sparito sotto due pennellate di colore.

Spiega il direttore del Dei, Gaudenzio Meneghesso, a proposito del Kenny Random al Portello: «Purtroppo non ne sapevo niente. Ma quando la notizia ha creato qualche polemica, mi hanno riferito che, prima di intervenire, erano state fatte delle ricerche ed era stato cercato lo stesso artista, ma non so se Random sia stato o meno raggiunto.

La cancellazione dell'opera
La cancellazione dell'opera

Si trattava tuttavia di un muro pericolante, che necessitava di un intervento immediato perché si stava staccando l’intonaco. Lo stesso lavoro era davvero molto rovinato e si faceva fatica a riconoscerlo».

L’opera era una delle prime creazioni di Random, raffigurava un’immagine amorfa, tipica degli esordi dell’artista padovano. Proprio Random non è nuovo a questi “incidenti di percorso”. I lavori di ampliamento dell’azienda Peroni, in Zona Industriale, hanno portato l’anno scorso all’abbattimento del capannone su cui l’artista aveva realizzato uno dei suoi folletti neri. Il muro – avevano spiegato dall’azienda – era stato già strutturalmente danneggiato da un incidente nel 2022, prima che l’area diventasse di Birra Peroni.

Nel corso dei lavori di ampliamento dello stabilimento, l’azienda aveva provato a salvaguardare la parete e l’opera ma, con grande dispiacere, era stata costretta ad abbatterla per motivi di sicurezza. Allora come oggi Random ha scelto di non intervenire. Ha sempre ripetuto che è il “gioco” di un’arte che si dona senza compromessi, senza attendere nulla in cambio. Il tributo ad Ayrton Senna di Alessio invece, che era stato realizzato nel 2019 su uno dei muri del cinema Teatro Marconi, l’ha cancellato la parrocchia di Abano qualche mese fa.

L'opera andata perduta
L'opera andata perduta

In quel caso c’era stata più di una protesta e tanto rammarico da parte dell’Amministrazione comunale. Lontani i tempi in cui, in piazza dei Signori, il condominio deliberava per salvare l’iconico folletto di Kenny Random o quando il poetico bacio di via Manin, sempre di Random, veniva restaurato nottetempo da giovani artisti.

Che stia cambiando l’aria della Street Art? «No, non credo proprio», interviene Carlo Silvestrin, gallerista di CD Studio D’arte, patron della biennale Super Walls e curatore del Caorle Sea Festival, «sono dinamiche normalissime per questo tipo di arte. La street art è concepita per non durare. Pensiamo alla realizzazione delle opere stesse: su muri in strada, sotto le intemperie, vittima plastica del tempo che passa.

Tutti gli artisti sanno che le loro opere possono essere cancellate dalle istituzioni o dai privati o perfino essere vandalizzate. Chi realizza dunque un lavoro che dona agli altri senza riserve, in uno spazio pubblico, è consapevole di tutto questo. Lascia lì un’idea, una suggestione, sapendo che subirà gli effetti del tempo.

Non dimentichiamoci mai che la street arte nasce in strada, per le persone, senza distinzione, senza esclusività. Vive sui muri, vive tra di noi, fa del contesto la sua stessa poetica. La street art è anche questo: la libertà di scegliere, anche se personalmente preferirei che scegliere significasse “creare” bellezza, non “distruggerla” privando gli altri del piacere di goderne liberamente». 

 

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