Spazio alla cucina locale per frenare i locali etnici

Un freno ai locali etnici che sembrerebbero sorgere come funghi in città. Questa la volontà del sindaco Massimo Bitonci che, dopo la notizia che Gigi bar, lo storico locale di via Verdi, verrà...

Un freno ai locali etnici che sembrerebbero sorgere come funghi in città. Questa la volontà del sindaco Massimo Bitonci che, dopo la notizia che Gigi bar, lo storico locale di via Verdi, verrà trasformato in un ristorante di sushi, che l’Oktoberfest di via del Santo, in chiusura, fa già gola a più di qualche cittadino dagli occhi a mandorla, che ora anche la rosticceria Angelo Azzurro di via Annibale da Bassano diventerà cinese, ha annunciato un provvedimento volto a favorire i locali della tradizione veneta. Una nuova disposizione che potrebbe far leva sullo strumento fiscale e che probabilmente prenderà corpo nei prossimi giorni.

«Un regolamento ad hoc e incentivi per chi affitta a locali della tradizione padovana e veneta», ha specificato il sindaco. Concordi per la maggior parte con l’idea di Bitonci i ristoratori padovani: «È giusto dare incentivi a chi valorizza la cultura del territorio, conservare le tradizioni aiuta anche ad attaccare il popolo alla sua terra», dice Mohamed Shalaby, egiziano, titolare del ristorante Il vecchio Falconiere di via Umberto I, che nel suo menù vanta piatti tipici veneti. «Oggi come oggi se uno non si adatta è costretto a chiudere, quindi trovo una bella idea quella di avvantaggiare chi decide di raccontare il nostro territorio», afferma Erminio Alajmo, titolare del ristorante La Montecchia, che insieme a Giorgio Borin de La Montanella di Arquà Petrarca trova positivo il fatto che il sindaco sia sensibile al tema della ristorazione.

«Ci fa piacere questo interessamento e questa volontà di accogliere al massimo il turista nella nostra città attraverso la tradizione culinaria», spiega Borin. «Più che gli incentivi all’apertura però, che a mio parere non servono a molto, sarei più per garantire una serie di manifestazioni culinarie volte a promuovere i prodotti della nostra regione». Anche Carlo Leoni del ristorante eritreo Dahlak di via Sorio è d’accordo con la proposta del sindaco: «Io sono nato in Eritrea da genitori italiani, ma trovo corretto che nel nostro paese venga dato supporto a chi lo valorizza anche dal punto di vista della cucina». Qualche perplessità la esprime il titolare dell’Antica Trattoria Ballotta di Torreglia, Fabio Legnaro: «Dobbiamo dare spazio a tutti, essere aperti alla globalizzazione e alle nuove idee, come succede nelle grandi città», dice il ristoratore. «Abbiamo già una buona base di locali tradizionali e non dimentichiamo che anche i ristoranti etnici creano posti di lavoro e movimento monetario».

A sostenere l’iniziativa del sindaco si rende disponibile l’Appe: «Siamo favorevoli al provvedimento e diamo la nostra disponibilità a fornire suggerimenti e consigli in merito», dice il segretario provinciale Filippo Segato.

Alice Ferretti

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