Sport, cucina, inglese: a Padova per 70 mila ragazzi tre mesi di proposte

Lunedì il via: da 50 a 150 euro alla settimana. Ma qualcuno contesta gli aumenti, penalizzati gli immigrati
PADOVA. Lunedì prossimo iniziano i centri estivi. Quest’anno saranno più lunghi del solito perché la campanella del prossimo anno scolastico suonerà il 13 settembre. I centri estivi riguardano, in tutta la provincia, 5.812 bambini, dai tre ai cinque anni, delle materne statali (in più ci sono, ad esempio, le dieci comunali della città), i 40.284 alunni delle elementari e i 25. 000 ragazzi delle medie inferiori. In tutto sono interessati ai centri estivi circa 70.000 alunni, di quali 30.000 nella sola Padova.


I promotori.
Sono tantissime le associazioni che organizzano centri estivi: in tante realtà non ci sono più posti disponibili perché le iscrizioni si sono chiuse alla fine di maggio (ad esempio al Club Arcella, attivissimo all’interno della parrocchia di Sant’Antonino), mentre nei centri estivi promossi dal Cus oppure in quelli organizzati dall’associazione Fenice, nel parco omonimo di via della Rovetta, a Terranegra, si accettano ancora bambini e ragazzi.


Durata.
I corsi vanno avanti fino a settembre e ciascuno dura una settimana, dal lunedì al venerdì. Si possono frequentare di mattina o per tutta la giornata, con pranzo incluso.


Offerta.
Tra i tanti corsi in programma ci sono anche quelli che prevedono l’equitazione nell’ippodromo Breda (Gruppo Pegaso) o lezioni di inglese affidate a insegnanti di madrelingua Explore The World (Scuola Vanzo), fino alla scuola Zanibon, alla Sacra Famiglia, dove operano i ragazzi di Ritmolandia dal 29 giugno al 31 luglio, che usufruiscono anche di un piccolo contributo del Comune.


Tanto sport.
Ma cosa fanno i bambini e i ragazzi nel corso della giornata? Un po’ di tutto. Innanzitutto tanto sport (calcetto, volley, basket, rugby, tennis, tamburello, scherma, nuoto), ma anche giochi d’acqua, partite a dama e a scacchi, giardinaggio, lezioni di cucina, sempre più di moda.


I prezzi.
Ogni settimana si può spendere da 50 a 150 euro. Alcuni esempi. Alla Nativitas cinque giorni, con pranzo incluso, costano 55 euro. Alla Zanibon 75. Al centro Plebiscito sino a 131 euro, ma con tantissime attività sportive incluse. Andare a cavallo e sui pony, naturalmente, costa di più: al centro Pegaso del Breda si devono sborsare 150 euro, ma nel conto deve essere inclusa la manutenzione quotidiana dei cavalli. Varie le offerte: ad esempio alla Nativitas di via Bronzetti, invece che 55, una settimana per il secondo figlio costa 50 e per il terzo 35.


Aumenti.
Quasi tutti i genitori non sono soddisfatti dell’èscalation dei prezzi. «Ho due figli», osserva Alessia Lucchini, «uno va alla materna San Lorenzo da Brindisi, che per fortuna, chiude a fine mese e l’altro alla primaria Rosmini. Quest’ultimo l’ho iscritto al Club Arcella, dove ho pagato 5 euro in più rispetto al 2016. Non è giusto essere costretti a spendere così tanti soldi per mandare i nostri figli ai centri estivi».


Significativo anche il commento di una mamma, con due figli ancora “da piazzare” nei centri estivi dell’Arcella: «I centri estivi sono scuole vere e proprie che funzionano per tre mesi all’anno», dice Eugenia Samil, infermiera. «Non si può lasciare tutto nelle mani delle associazioni private. È arrivata l’ora che sia il Comune a gestire i centri, quartiere per quartiere, con un’unica cabina di regia».


Penalizzati.
I più penalizzati sono gli immigrati, che hanno i figli in età scolare. «Il mio bambino frequenta l’elementare Muratori», sottolinea il bengalese Taher, titolare di un kebab in Corso del Popolo. «Da quando Bitonci ci ha fatto chiudere alle 20, riusciamo a mandare avanti la famiglia con sempre maggiore difficoltà. Come faccio a iscrivere mio figlio ad un centro estivo, che, in genere, costa minimo 250 euro al mese? ».


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