Spritz ai Navigli, baristi contro Contin: «Si è intascato 54 mila euro»

PADOVA. Fine dei brindisi per il re dello spritz padovano, al secolo Federico Contin, imprenditore del divertimento che per primo ebbe l’intuizione della movida decentrata quando aperitivo in piazza faceva rima con allarme degrado. Per anni ha campato di rendita, anche grazie alla politica che appaltava a lui il pacchetto del divertimento in città. È lui ad avere inventato i Navigli dello spritz, giuridicamente un’associazione a cui gli associati, cioè i titolari dei locali, dovevano versare circa 8 mila euro a testa per poter installare il proprio chiosco sulla riva del Piovego. Ora quegli stessi soci lo accusano di truffa e appropriazione indebita. Il punto di rottura è stato il 2020, l’anno del Covid. «Ha incassato 54 mila euro, i nostri soldi, e anche se la manifestazione non c’è stata non ce li ha mai restituiti», denunciano dieci baristi.
L'esposto
Un primo esposto è stato presentato lo scorso mese di settembre nella caserma dei carabinieri di via Rismondo e un’integrazione è stata depositata qualche settimana fa. I dieci esercenti sono stati tutti convocati dagli investigatori dell’Arma, che hanno voluto acquisire il materiale probatorio. L’anno scorso, quando si è consumata la scissione all’interno dell’associazione “il Naviglio”, Federico Contin è uscito di scena e presidente è stato eletto Gianni Boscaro del Babuska Caffè di via Gabelli.
Con il cambio di presidente sono stati sdoganati tutti i documenti che prima gestiva solamente Contin, come per esempio l’estratto conto. Giusto per dare la misura, nel conto corrente dell’associazione creata nel 2018 entravano ogni anno all’incirca 100 mila euro.
L’elenco delle violazioni che gli associati contestano all’ex presidente è lunghissimo: “Cene in ristoranti a Sottomarina; prelievi in pieno agosto a Reggio Calabria; acquisto di uno Scooter Beverly 250; prelievi privi di giustificazione; spese relative ad un’autovettura Jaguar utilizzata esclusivamente da Contin; Land Rover che Contin teneva esclusivamente per sé ma che intestava all’associazione, a cui peraltro venivano notificate numerose multe per violazioni del codice della strada; sottoscrizione di un contratto di affitto per un ufficio a Padova in via Tiepolo, sede di altre attività facenti capo a Contin”.
Lockdown
La goccia in grado di far traboccare il vaso è però la gestione dell’associazione nell’anno del Covid, con il denaro raccolto come se la manifestazione sulle rive del Piovego si dovesse regolarmente svolgere. Funzionava così: ogni esercente, per partecipare ai navigli e avere diritto a un chiosco, doveva versare 1.300 euro iniziali a titolo di iscrizione, 2.500 euro a gennaio, 2.500 euro a febbraio e 2 mila a marzo.
Così hanno fatto anche nel 2020, salvo poi interrompere le erogazioni nel momento in cui si sono resi conto che il Coronavirus stava avanzando e che lockdown e distanziamento sociale sarebbero di lì a poco diventati la regola. Nelle casse dell’associazione sono entrati 54.600 euro che, denunciano gli associati, non solo Contin non ha mai restituito ma che sono anche spariti dal conto corrente. Finché la kermesse generava utile, nessuno si è mai opposto alla gestione, per così dire, vaporosa di Contin. Ma quando la crisi ha iniziato a mordere gli operatori del settore, allora il giocattolo si è rotto. Gli 8 mila euro di cui più qualcuno si è privato sono diventati un elemento dirompente, in grado di frantumare un gruppo che stava insieme ormai da parecchio tempo.
I denuncianti
Tanto per dare la misura, nell’elenco dei denuncianti c’è anche Andrea Oreste, partner professionale storico di Contin. Ci sono poi Andrea Minchio, Matteo Magrini, Gianni Boscaro, Dario Zannoni, Eddy Berto, Nicola Zoppelletto, Graziella Farella. Ora loro stanno cercando di risollevarsi, organizzando la prossima edizione dei Navigli rispettando le regole sanitarie imposte.
Tuttavia, devono far fronte ancora a numerose spese ereditate dalla gestione di Federico Contin: “Contin non ha versato al Comune la Tosap per l’importo di circa 4 mila euro, nonostante i soci avessero regolarmente già versato nel conto dell’associazione le somme ad essa destinate”. E così via. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova