Spruzza spray urticante: panico a scuola Malori e fuga, in dieci al pronto soccorso

Paura alla media Pascoli: ragazzi in lacrime, una bidella in crisi respiratoria. Il responsabile del gesto è uno studente  



«Antonio, amore, stai bene?». Una mamma corre trafelata verso la rampa d’entrata che conduce all’interno della scuola media Pascoli di via Galileo Galilei. Con le braccia aperte si butta sul figlio e lo abbraccia. «Cos’è successo?», gli chiede. Nel cortile ci sono un’auto medica e un’ambulanza ancora con i lampeggianti accesi. Fuori dal cancello c’è una volante della polizia, mentre gli agenti sono già all’interno. Nei corridoi, alcuni in piedi altri seduti su una decina di sedie portate fuori dalle aule, ci sono gli studenti. C’è chi tossisce, chi si strofina ripetutamente gli occhi, chi piange preso dal panico e viene prontamente tranquillizzato dai bidelli, chi con l’aria spaesata e intimorita attende l’arrivo dei genitori. Le finestre sono spalancate così come la porta che conduce all’esterno. Tutto ciò perché alle 11.10, durante l’intervallo, uno studente che frequenta la scuola ha spruzzato lo spray al peperoncino nel bagno dei maschi. Nel giro di pochi minuti la sostanza urticante si diffonde in tutto il piano rialzato dell’edificio scolastico dove ci sono ben dodici classi delle sezioni A, B, C e D.

IL PANICO

Insegnanti, bidelli e studenti in pochi minuti iniziano ad accusare i primi sintomi. Tosse, difficoltà respiratorie, bruciore alla gola e agli occhi, giramenti di testa e nausea. Qualcuno ha addirittura degli sforzi di vomito e si accascia a terra. Nella scuola nel frattempo si diffonde un odore acre, fortissimo. Il personale scolastico capisce subito che si tratta di spray al peperoncino. Immediatamente vengono spalancate tutte le finestre delle aule e vengono fatti uscire gli studenti. Gli adulti soccorrono i ragazzini in maggiore difficoltà e danno l’allarme al 118. In una decina vengono trasportati con l’ambulanza al pronto soccorso.

CRISI RESPIRATORIA

Con loro anche una bidella. La donna, che già soffre d’asma, ha una vera e propria crisi respiratoria che costringe i sanitari ad applicarle l’ossigeno. Nessuno fortunatamente è grave, ma il collegamento a quanto avvenuto a Corinaldo (Ancona), dove sono morte 6 persone, la maggior parte ragazzini, a causa della fuga da una discoteca dopo che qualcuno aveva spruzzato lo spray al peperoncino, nella testa di insegnanti e bidelli è immediato. Subito dopo l’accaduto parte un passaparola tra i genitori, fatto di telefonate e messaggi. Qualcuno si lamenta di non essere stato avvisato dalla scuola. «Sono una rappresentante di classe e sono stata avvisata da una mamma che è stata chiamata perché la figlia è stata portata al pronto soccorso. Capisco l’emergenza ma la scuola avrebbe potuto avvisare almeno i rappresentanti di classe che poi si sarebbero fatti carico di dirlo a tutti gli altri genitori», sostiene una mamma.

TELEFONO IN TILT

Non appena le famiglie vengono a conoscenza dei fatti come prima cosa telefonano alla scuola, il problema è che a causa delle tante telefonate il numero risulta sempre occupato. «Mi sono preoccupata da morire. Non riuscivo a prendere la linea e non capivo quanto la situazione fosse grave», spiega un’altra mamma, che tiene stretto a sé il figlio. «Mi gira un po’ la testa e mi fa mal di gola», dice il ragazzino, «ma non voglio andare all’ospedale». Tanti altri invece all’ospedale ci vanno accompagnati dai genitori in un secondo momento. «Diciamo che è andata bene», sospira sollevato un papà. L’autore del gesto nel giro di poco tempo viene individuato. Vengono chiamati i genitori per informarli di quanto successo. E ora, oltre a una bella lavata di capo che sicuramente arriverà dalla famiglia, il ragazzo rischia di fare i conti con un provvedimento disciplinare da parte della scuola. —

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