Spunta una lettera di Isabella a Freddy: "So tante cose di te, mi fai schifo"

La donna lo aveva fatto seguire per due mesi scoprendo qualcosa che l'aveva profondamente turbata: "Mi fai ribrezzo, stammi alla larga", gli ha scritto
Il passaggio-chiave della lettera di Isabella a Freddy ritrovata da "Chi l'ha visto?"
Il passaggio-chiave della lettera di Isabella a Freddy ritrovata da "Chi l'ha visto?"

PADOVA «La vicenda delittuosa - sotto l’aspetto del movente e della esatta compartecipazione alla dinamica dei fatti da parte dei tre indagati - deve ancora essere approfondita e chiarita». Scrive così il giudice Cristina Cavaggion nell’ordinanza con la quale conferma il carcere per Freddy e Debora Sorgato e per Manuela Cacco.

Il senso è chiaro: le indagini continuano. Perché, evidentemente, gli inquirenti ritengono che la spiegazione dell’accaduto - un gioco erotico finito male - non sia credibile. D’altra parte «gli indagati hanno finora mentito e via via fornito parziali ammissioni solo di fronte all’avanzare di un carico indiziario che rendeva evidenti le loro falsità e contraddizioni», sottolinea il gip nel provvedimento. Dubitare, insomma, è necessario. Non vanno dimenticate le dichiarazioni di Freddy sulla scomparsa della donna, il castello di bugie che aveva raccontato: «Sono solo l'ultima persona che l'ha vista, sono stato sfortunato», era stata la sintesi della sua ricostruzione.

C'è dunque un’altra verità possibile dietro la morte di Isabella Noventa? Un’altra modalità con cui si sono svolti i fatti? E, soprattutto, un altro movente? Il movente. C’è una lettera che Isabella alla fine della scorsa primavera ha scritto a Freddy. Una lettera sulla crisi della loro storia sentimentale che lei lascia nella cassetta delle lettere della casa dell’uomo. C’è un passaggio nella missiva - diffusa da “Chi l’ha visto” - che oggi si carica di significati inquietanti.

Freddy Sorgato, la sorella Debora (sotto) e Manuela Cacco
Freddy Sorgato, la sorella Debora (sotto) e Manuela Cacco

«Sono due mesi che ogni tanto ti faccio seguire», scrive Isabella facendo riferimento all’investigatore privato che ha arruolato, «Anche io so tante cose di te e le vedo». Cosa aveva scoperto la donna del ballerino? Soltanto la frequentazione con altre donne o qualcos’altro, magari qualche traffico illecito? Certo è che qualunque cosa sia, colpisce profondamente Isabella, la schifa e la induce a scrivergli di starle lontano: «Certo che ora mi fai schifo e ribrezzo», si legge, «Stai bene alla larga da me. Sei la persona più abbietta che ho mai incontrato nella vita».

Le modalità. Ad alimentare i dubbi sulla effettiva dinamica dell’omicidio sono le diverse contraddizioni nel racconto di Freddy e delle due donne. Freddy ha confessato dicendo: «L’ho soffocata durante un gioco erotico, una pratica che facevamo come coppia nei rapporti sessuali». Immediata la replica dell’ex marito Piero Gasparini con cui Isabella ha trascorso 16 anni della sua vita: «Un gioco erotico? Ma stiamo scherzando? Isabella non era proprio la persona che si prestasse a certe pratiche. Ne sono sicuro». Le persone possono cambiare e può cambiare l’intimità quando c’è un altro partner.

Ma c’è dell'altro. Freddy definisce il delitto una «cosa inaspettata», imprevedibile. Insomma un incidente. Una versione, questa, che mal si concilia con quello che succede dopo. E, in particolare, con l’arrivo delle due donne sul posto e la messinscena della sfilata con i pantaloni e il giubbino bianco di Isabella. Fra i tre, infatti, dopo il delitto non ci sono telefonate. Come si spiega, allora, l’arrivo a casa di Freddy di Manuela Cacco alle 00.35? E quello della sorella Debora? Quando si erano dati appuntamento i tre? Ancora. Manuela Cacco ha sostenuto di aver indossato il piumino di Isabella - e con quello di aver sfilato sotto le telecamere del centro di Padova - perché così gli aveva detto Sorgato chiedendole di «coprire una cosa che aveva fatto».

La tabaccaia accetta senza, dice lei, domandare spiegazioni. Tutto normale nell'ambito dei rapporti tra due amanti? In realtà c’è ben poco di normale in quello che fa il 15 gennaio Manuela: sostituisce la sua sim del telefono con quella del padre, da tempo inutilizzata. Perché? Alle 18.17 c’è uno squillo tra quella scheda e il telefono di Freddy. La sim della tabaccaia aggancia la cella di Noventa, la stessa dell’abitazione di Sorgato, come se i due amanti fossero insieme. O, perlomeno, come se fossero insieme i due telefoni.

Certo è che i due passano la notte insieme, come mostrano le telecamere che riprendono l’auto della donna allontanarsi il mattino del 16 gennaio. Eppure Manuela aveva detto di essere rientrata a casa sua dopo la discoteca. La terza persona del diabolico triangolo è Debora Sorgato che al giudice dice soltanto una cosa: «Non ho fatto del male alla signora Noventa. Quella sera sono rimasta a casa». In realtà Debora è con gli altri due: la sua Golf è ripresa dietro l'Audi con Freddy e Manuela a bordo. E all’1.30, è sulla sua auto che sale la tabaccaia dopo la sfilata col piumino. Un’altra, l’ennesima, contraddizione.

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