Squillo e razzismo nel gioco di ruolo presentato al circolo Arci

Polemica di Halloween al Grind House: sarà presentato il nuovo “role-playing” del controverso cantante Immanuel Casto tra sesso estremo, spaccio e roghi al campo rom

PADOVA. Nella notte in cui tutto può succedere, prostitute e sfruttatori prendono il posto di draghi e cavalieri nei giochi di ruolo. Anche se “Squillo”, il nuovo gioco di ruolo “role-playing” che verrà presentato questa sera al circolo Arci Grind House, rischia di risultare un tantino “forte” anche per Halloween, quando, pure, i mostri sono tutti in libera uscita. A far da cornice, una festa evento con tanto di dress code obbligatorio a scelta tra squillo, strega sexy, dominatrice e lolita gotica - e chi più ne ha si metta in coda-, come recita l’annuncio, anticipando una selezione all’entrata che sembra severa. Si comincia con il concerto di Immanuel Casto (al secolo Manuel Curi da Alzano), in tour promozionale con il suo album, “Squillo” appunto; nell’occasione, l’artista presenterà il primo gioco di carte “dedicato allo sfruttamento della prostituzione”: uno scontro tra “papponi” che si sfidano a suon di carte illustrate (99), in cui nulla, ma proprio nulla, è lasciato all'immaginazione. Il risultato va oltre l'erotismo, superando la pornografia, per schiantarsi sul grottesco.

Si tratta di gioco di satira sociale, avvisano gli ideatori nello spot on line - evidentemente sfiorati dalla possibilità che l’iniziativa presti il fianco ad equivoci - annunciando di «condannare ogni forma di violenza e abuso», cosa che si fa un po' fatica a credere pescando in un mazzo che prevede, tra le opzioni, l’incendio del campo rom e la vendita degli organi delle squillo. «Un'alternativa per intrattenere amici e parenti» sostiene Casto, manco stesse pubblicizzando un gioco da fare con nonna e zii sotto l’albero di Natale.

Qui, come nei più classici role-playing, ogni giocatore ricopre un ruolo che, tuttavia, in questo caso è quello dello sfruttatore, chiamato a gestire senza esclusione di colpi le sue ragazze, dalla prostituta d’alto bordo alla squillo di periferia alle prese con prestazioni estreme, spaccio di droga e antidepressivi. Tutto è lecito: anche ucciderle per venderne gli organi o drogarle per renderle più “produttive” e, di conseguenza, remunerative. Dal canto suo, Casto, “music star” molto attiva nel web, annuncia ufficialmente di arrogarsi «il diritto di ridicolizzare tematiche così drammatiche e farne un gioco». «Non sono mai riuscita ad immedesimarmi nei giochi con draghi e guerre, mentre qui ho trovato sesso occasionale, abuso di stupefacenti e senso di colpa e mi sono detta: quella sono io» aggiunge Jennifer, showgirl dall’accento latino senza ombra di imbarazzo.

Quella padovana è la seconda tappa di un tour che si muove nell’occhio del ciclone: dopo le interrogazioni presentate in Parlamento, ora è stata vietata la vendita on line delle carte. Quella di stasera sembra quindi l’unica occasione per acquistarle direttamente (offerta speciale a 15 euro) dalle mani del “Casto Divo”. Nonostante le proteste montanti contro la mercificazione della donna, il gioco pare stia collezionando migliaia di fan.

Solo qualche mese fa, il “mastro cordaio”, fu allontanato dal Grind House, che al tempo gestiva, a causa del coinvolgimento in un’indagine per maltrattamenti e stalking nei confronti dell’ex moglie con cui aveva stipulato, al tempo, un contratto di schiavitù. Sembra che lo abbiano cacciato perché il suo comportamento risultava in contrasto con le politiche dell'associazione.

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