Staminali, a Padova protesi vive nel cuore dei bambini
PADOVA. Una protesi “viva”, che cresce insieme al cuore del bambino in cui è impiantata. Padova è la capitale della rivoluzione nella cura delle malformazioni cardiache infantili: sarà la prima città d’Italia ad applicare valvole rigeneranti, realizzate con una tecnica innovativa, che fonde le potenzialità offerte dall’ingegneria tessutale a quelle delle cellule staminali.
La città del Santo, ancora una volta, si appresta a scrivere una nuova pagina della storia della Medicina, che si traduce nella fine del calvario per i bambini colpiti da malformazione cardiaca. I pazienti operati infatti, fino a “ieri”, erano costretti a tornare sul tavolo operatorio a distanza di pochissimo tempo: la valvola impiantata infatti, seppur biologica, era destinata nell’arco di uno o due anni a diventare piccola per un cuore che cresce a quasi a vista d’occhio. Uno studio europeo, che ha come capofila l’Università tedesca di Hannover e cui partecipa Padova come unico centro italiano, porrà fine a interventi multipli, farmaci e dolore per i bimbi affetti da malformazioni cardiache: quello che in termine tecnico si chiama homograft (una valvola polmonare biologica, ma “morta”, prelevata da un donatore umano) viene fatto tornare in vita grazie ad “un’iniezione” di cellule staminali circolanti prelevate dal paziente che dovrà ricevere la valvola rigenerata. Una volta inserito nell’organismo il “pezzetto” di ricambio questo è in grado di tornare a vivere, crescendo nel corpo del paziente. «Questa nuova tecnica che noi, primi in Italia, sperimenteremo tra pochi mesi», spiega il direttore della Cardiochirurgia pediatrica dell’azienda ospedaliera Giovanni Stellin, «porrà fine ai problemi che creano le attuali valvole, che degenerano rapidamente e non crescono insieme al cuore del paziente». A fianco di Stellin, Massimo Paladino e Vladimiro Viale, che sperimenteranno le nuove valvole su pazienti fino a trent’anni di età.
La nuova tecnica permetterà di utilizzare, per il prelievo delle valvole, persino i cuori malati che fino a ieri erano “buttati” dopo il trapianto. Per ora il trattamento delle valvole ricellularizzate verrà eseguito ad Hannover. Padova preleverà le cellule dal paziente per poi reimpiantare il materiale trattato nel torace del bambino. Ma c’è la volontà, ha annunciato il professor Stellin, di coinvolgere nel progetto anche la Banca dei Tessuti del Veneto, che ha sede a Treviso.
In Cardiochirurgia pediatrica verranno eseguiti circa 25 interventi, sui duecento totali che prevede la ricerca.
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