Stanco di vivere a 24 anni, choc al parco

Il corpo esanime di un giovane è stato trovato all’alba ad Albignasego: post drammatici su Facebook ma nessuno ci fa caso
POLETTO - FOTOPIRAN - ALBIGNASEGO - LUOGO SUICIDIO
POLETTO - FOTOPIRAN - ALBIGNASEGO - LUOGO SUICIDIO
L’hanno trovato esanime ai piedi di un albero, nel parco pubblico di San Tommaso ad Albignasego. Troppo fragile o troppo disperato per continuare a vivere, un giovane di 24 anni ha deciso di togliersi la vita con un laccio al collo, nella notte tra giovedì e venerdì. A trovare il corpo è stata una donna che, ieri mattina verso le 7, stava facendo passeggiare il cane. Sconvolta si è accorta che quella figura tra le fronde era il corpo esanime di un uomo. Un giovane uomo.


I carabinieri sono accorsi e hanno dato il via agli accertamenti. Niente documenti, solo un telefono con la sveglia ancora programmata. Per ore non si è saputo chi fosse quel giovane stanco di vivere, con i vestiti alla moda e il corpo ricoperto di tatuaggi. Nessun documento, nessun biglietto e diversi segni presenti sul collo, analizzati per ore dai medici legali per escludere l’ipotesi del delitto.


Il corpo sarà ulteriormente analizzato all’istituto di Medicina legale, ma per ora tutto fa propendere per la precisa volontà del giovane di porre fine alla propria esistenza. Il motivo ancora non si sa e forse non si saprà mai. Forse lo aveva confidato agli amici con cui trascorreva le serate, più probabile che sia da cercare tra le pieghe della sua vita e delle sue condivisioni sui social network. Viveva un’esistenza permeata di sofferenza interiore o almeno questo traspare dai post su Facebook. “Kill me” è l’ultimo suo intervento, alle 9.30 di mercoledì, sul diario virtuale. Ma andando a ritroso nella cronologia dei suoi interventi si trovano poesie e frasi tutte dello stesso tenore. Possibile che nessuno si sia accorto dei segnali che il ragazzo lanciava, anche attraverso i social? Da qualche anno vestiva in stile “emo”, una tendenza che predilige l’introspezione e il cupo nichilismo. Vestiva di nero, postava immagini dal sapore “gotico”. Eppure nessuno pare abbia compreso fino in fondo la sua profonda disperazione e l’annuncio di quanto aveva deciso di fare.


Nemmeno i nonni con cui abitava ad Albignasego, a un centinaio di metri dal parco giochi in cui ha scelto di farla finita. Un parco pubblico, davanti alle giostrine su cui giocano i bambini.


Giovedì sera il ragazzo aveva cenato con i nonni, con cui abitava. I genitori sono separati: la madre vive con un nuovo compagno, il padre spesso all’estero per lavoro, il giovane lavora con il nonno e abita con lui. Ha cenato tranquillo, poi ha guardato un film e infine è uscito.


Ha percorso i pochi passi necessari a raggiungere il parco, con una bottiglia di superalcolico in mano, forse per stordirsi e darsi quell’ultimo slancio di coraggio che gli serviva per arrampicarsi su un albero, legare il laccetto di plastica ad un ramo e lasciarsi andare. «Certe tragedie sono inspiegabili. Possiamo solo esprimere la nostra vicinanza alla famiglia» dichiara il sindaco Filippo Giacinti.


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