Stappa la bottiglia con la sciabola, rischia di morire dissanguato

PIOVE DI SACCO. Voleva stappare lo spumante con una coreografica sciabolata, ma si è ferito gravemente a un polso rischiando di morire dissanguato: non è culminata nelle attese grida di giubilo e applausi la performance di un cameriere venticinquenne del locale Corso 8Cento che si trova in via Garibaldi, nel centro storico di Piove di Sacco. A.P., che risiede in città, ha rimediato un profondo taglio al polso destro e dopo la visita al pronto soccorso di Piove è stato trasferito all’ospedale di Padova.
L’infortunio sul lavoro è avvenuto all’1.30 di sabato. Nel locale, uno dei principali catalizzatori della movida piovese, si stava festeggiando un compleanno. A. P. a un certo punto ha deciso di aprire una magnum di prosecco con la sciabola, come si usa fare di solito con lo champagne, secondo un’usanza le cui origini si fanno risalire all’epoca napoleonica. Sarebbe stato proprio Napoleone a inaugurare il “sabrage” quando stappò una bottiglia di champagne per festeggiare una vittoria in battaglia. E la sciabolata è diventata poi pratica diffusa tra i cavalieri. Ma forse Napoleone e gli ussari al suo seguito avevano più dimestichezza con le lame di quanta non se ne abbia oggi.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, nella sciabolata di A. P. qualcosa non è andato per il verso giusto e, mentre tentava di staccare il collo della bottiglia colpendolo con la lama, la bottiglia si è rotta malamente e un coccio gli ha procurato un profondo taglio al polso destro che ha causato una grossa perdita di sangue. Il venticinquenne è corso al pronto soccorso e il suo incidente è stato subito comunicato dai sanitari, oltre che ai carabinieri anche allo Spisal dell’Usl 16, per le verifiche nel locale circa il rispetto delle norme sulla sicurezza nel lavoro. Il cameriere è stato trasferito all’ospedale di Padova ed è stato ricoverato in Chirurgia poiché c’era il sospetto che potesse essersi lesionato un tendine.
Secondo Daniele Coletto, titolare del bar Corso 8Cento, le cose sarebbero andate diversamente: «Il cameriere, medicato con quattro punti di sutura, ha inserito la bottiglia, forse non troppo fredda, nel cestello con il ghiaccio e mentre la apriva normalmente, senza sciabola, probabilmente per lo scambio termico il collo si è rotto e così si è ferito». Di certo c’è che per un po’ A. P. starà lontano dalle bottiglie e sicuramente anche dalle lame.
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