Stava preparando la festa di compleanno

Gli amici non si spiegano il gesto: Stefano andava bene al liceo, era sereno e frequentava le piazze
BELLUCCO - RITROVAMENTO RAGAZZO SUICIDA NEL BACCHIGLIONE - LUNGARGINE ISONZO
BELLUCCO - RITROVAMENTO RAGAZZO SUICIDA NEL BACCHIGLIONE - LUNGARGINE ISONZO

ALBIGNASEGO. È stato trovato poco prima del calare del sole il corpo di Stefano Ragazzi, il diciassettenne scomparso mercoledì mattina. A poche centinaia di metri da dove erano stati ritrovati casco e giubbotto, il sonar complesso dei vigili del fuoco, arrivato appositamente da Milano, ha individuato tra le acque torbide il cadavere del giovane, ancora con lo zaino in spalla. Al diffondersi della notizia sul lungargine Isonzo, alla postazione dei vigili del fuoco, sono giunti gli amici. Ragazzi giovani, arrivati in sella ai motorini, scioccati da un evento più grande di loro Si sono abbracciati, hanno pianto. Non è stato detto loro dove si stavano effettuando le operazioni di recupero della salma. Il lungargine è stato chiuso al traffico nel tratto interessato, in direzione dell’aeroporto civile. Il traffico è stato deviato verso via Magenta. Sul posto poco dopo sono arrivati la zia e il cugino del diciassettenne, che frequentava l’ultimo anno al Liceo scientifico Curiel. I genitori, il fratello di 25 anni e la sorella di 29 anni, hanno preferito non esserci, probabilmente non se la sentivano di affrontare tanto. Fino a ieri la speranza negli amici non si era spenta, non si spiegavano cosa potesse essere successo al loro amico. «È un ragazzo molto intelligente, bravissimo a scuola, dove ha la media dell’otto. Non ci ha riferito alcuna preoccupazione, era sereno», aveva detto un compagno di classe. Caratterialmente tranquillo, a volte silenzioso, ma comunque un ragazzo estroverso e simpatico, con la passione per le moto. Così lo descrivono gli amici. «Ci hanno detto che oltre alla moto sulla sponda del fiume è stata trovata anche una corda e che una signora quella mattina sulle 8 l’aveva visto scendere sull’argine. Aveva anche lo zaino, ma i libri li aveva lasciati a casa», raccontava ieri mattina un’amica. Il 31 ottobre sarebbe stato il compleanno di Stefano Ragazzi, che avrebbe compiuto 18 anni. «Aveva già organizzato la festa insieme a un amico alla discoteca Showroom. Sabato sera invece c’eravamo trovati in centro, in piazza dei Signori. Era tranquillissimo, come sempre». Il diciassettenne aveva lasciato una lettera dove parlava di “incertezza del futuro”. «La lettera è lunghissima e scritta al computer», riferisce un’altra amica. «Non capiamo perché temesse il futuro. Qualche supposizione l’abbiamo fatta. Non sapeva bene cosa fare dopo le superiori, ma avendo tutta la famiglia di medici forse si sentiva in dovere di farlo anche lui, di non deludere le aspettative».

Il giovane alle 21.23 della sera precedente alla scomparsa aveva scritto sulla sua pagina Facebook un post di difficile interpretazione: «Che cos’è la realtà? Cos’è che vediamo ogni giorno?» si chiedeva. Attraverso una serie di ragionamenti spiegava che tutto è formato da piccole particelle: «Ogni persona, oggetto, animale, alla fine è sempre composto dalle stesse particelle e l’unica cosa che cambia è il modo in cui si aggregano», continuava il post «Se ci penso nel complesso non distinguo nessuna persona, oggetto, animale». Infine la conclusione secca, come una pugnalata: «Morto o vivo non cambia, ci saranno sempre gli stessi elementi, solo aggregati in modo diverso».

Alice Ferretti

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