Stazione, chiude la mensa dei ferrovieri

Dopo oltre 50 anni di attività lo stop. I lavoratori: «I buoni pasto non sostituiscono il servizio offerto»

STAZIONE. Chiusa per sempre la storica mensa dei ferrovieri, che, per oltre 50 anni, si trovava nei locali al binario 9. Ai ferrovieri che la utilizzavano, tra cui i 30 addetti del settore biglietteria, è stato concesso un buono pasto. «Ci siamo già rivolti ai sindacati» sottolinea un ferroviere di TrenItalia, che effettua servizio alle biglietterie. «Alcuni locali della zona sono frequentati da persone poco raccomandabili».

La chiusura della mensa è stata decisa dalla Gemeaz-Elior, la società che la stava gestendo per conto delle Fs, perché non era più redditizia. Ultimamente il servizio in sala era di tipo misto. In pratica alcuni piatti arrivavano via catering – come, in genere, i secondi e i contorni – mentre i primi erano cotti al momento. Prima della Gemeaz il ristorante targato Fs è stato gestito sia dal Dopolavoro Ferroviario e anche da una cooperativa. «Tanti anni fa il servizio era di primo livello e si mangiava come in una buona trattoria di campagna» osserva Tony Stevanin, un lavoratore degli Appalti Ferroviari. «Anche negli ultimi anni, con la Gemeaz, però, non si mangiava male. Le Ferrovie hanno fatto male a chiudere la mensa per sempre anche perché, in via Avanzo 4, venivano a mangiare anche tanti autisti di BusItalia e tante persone di passaggio. Che tristezza adesso essere costretti ad andare a pranzare in uno dei tanti locali cinesi che si trovano in piazzale stazione».

La chiusura definitiva della mensa, arrivata dopo le serrande abbassate del bar limitrofo e del bocciodromo sotto il cavalcaferrovia eliminato tanti anni fa, viene criticata aspramente anche dalla Filt-Cgil.

«Dopo le chiusure delle mense di Venezia Santa Lucia e di Rovigo, resta aperta solo quella di Treviso Centrale» osserva Andrea Castellan. «Il punto ristoro di Padova non aveva più i grandi numeri di una volta, ma rappresentava pur sempre un punto di riferimento qualificato sia per i ferrovieri stanziali sia per i colleghi di passaggio. Abbiamo già aperto una vertenza con l’azienda per cercare, innanzitutto, di ricollocare le tre cuoche rimaste senza occupazione. Naturalmente, nei prossimi mesi, vigileremo sempre su come sarà gestito il servizio alternativo alla mensa».

Felice Paduano

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