Stipendio negato l’inserviente lo ottiene grazie al giudice

Era stata assunta l’1 settembre 2018 con un contratto part-time dalla srl Lacerenza Multiservice per fare le pulizie nell’asilo comunale di Sant’Osvaldo. Tuttavia per i mesi di luglio e agosto 2019 non era stata retribuita con la scusa che gli asili erano stati chiusi. Non si è rassegnata la signora. Così sostenuta da Sls (Sindacato Lavoro e società guidato da Vittorio Rosa) e difesa dall’avvocato Emanuele Spata, ha fatto ricorso al giudice del lavoro Mauro Dallacasa. E ha ottenuto ragione. Il giudice ha condannato Lacerenza Multiservice a pagare 1632 euro alla lavoratrice oltre a interessi e rivalutazione. La dipendente aveva avuto un contratto per lavorare 37 ore settimanali dal lunedì al venerdì i ed era stata assegnata all’asilo cittadino per svolgere le mansioni di pulizia. Tuttavia per quei due mesi estivi i soldi non erano mai arrivati. La motivazione di quella busta paga vuota? Sospesione non retribuita in quanto l’istituto scolastico era chiuso. Secondo la società, che si è difesa chiedendo il rigetto del ricorso, era stata una scelta del Comune di Padova quella di chiudere gli asili in quel periodo dell’estate. Da qui il mancato pagamento in quanto Multiservice non aveva potuto usufruire delle prestazioni professionali della lavoratrice. Il giudice è stato di diverso avviso: ha ritenuto che la società avrebbe potuto sottrarsi al pagamento solo se avesse applicato un altro tipo di contratto di lavoro, con esclusione del periodo estivo. E ha rilevato che la lavoratrice aveva la legittima aspettativa di essere pagata per l’intero anno. —
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