Stop ai cronisti in Comune: il caso arriva in Parlamento

Il deputato Pd Alessandro Zan presenta un’interrogazione urgente ad Alfano: «Il ministro intervenga, è una lesione grave dei diritti costituzionali della stampa»

PADOVA. Il caso di Palazzo Moroni vietato ai giornalisti finisce in Parlamento. Il deputato del Pd Alessandro Zan ha deciso di depositare oggi, al rientro dalla pausa del fine settimana, una interrogazione urgente al ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Siamo in presenza di una palese violazione dei diritti costituzionali della stampa – sottolinea – Il governo non può non intervenire».

Il testo dell’atto parlamentare ripercorre la decisione del primo cittadino di chiudere ogni spazio di agibilità ai giornalisti nel palazzo comunale. È bastato un disciplinare in tre punti, firmato dal segretario generale Lorenzo Traina, a vietare l’ingresso ai giornalisti se non è convocata una conferenza stampa o se non hanno un appuntamento con il sindaco o un assessore.

«La nostra costituzione dice che “la stampa non può essere soggetta a autorizzazioni o censure” – chiarisce Zan – E invece con questo atto Bitonci pensa di scegliere i temi di cui si devono occupare televisioni e giornali. E vincolare la libertà di movimento dei cronisti».

Alla fine dell’interrogazione si chiede al ministro «quali provvedimenti intenda prendere per garantire che i giornalisti possano avere libero accesso alla casa comunale di Padova». Il testo, che verrà depositato nelle prossime ore, verrà sottoscritto anche da altri parlamentari: «Tutti i miei colleghi padovani del gruppo Pd hanno già messo la loro firma – sottolinea ancora Zan – Ma auspico che arrivi l’adesione anche di altri deputati, a iniziare da quelli del Movimento Cinque Stelle, perché questa non è una questione di parte ma di democrazia».

Il deputato dem ricorda anche la sua esperienza di amministratore come assessore all’Ambiente a Palazzo Moroni dal 2009 al 2013: «Ogni giorno i giornalisti erano in municipio a chiedere conto del mio operato, a volte con critiche anche molto aspre – spiega – Questo accadeva perché è nell’interesse dei cittadini che chi governa sia incalzato dalla stampa. E che tutti gli atti siano trasparenti e disponibili».

Il regolamento che giovedì scorso è stato comunicato ai giornalisti invece impedisce anche la semplice consultazione degli allegati di una delibera, se non su specifico appuntamento. Limitando così l’accesso agli atti. «È il segno di una grande debolezza e paura del sindaco, per il fatto che gli riesce sempre più difficile nascondere i fallimenti e le promesse non mantenute della sua amministrazione – conclude Zan – La stampa deve poter sempre pungolare e smascherare il potere, qualunque esso sia. È una regola basilare della democrazia».

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