Strumenti medicinali non sterili, perquisizioni a Padova

Maxi-operazione della Finanza di Belluno: scoperti contenitori medicinali non sterili provenienti dalla Turchia
BELLUNO. La Guardia di finanza di Belluno ha chiuso una importante operazione che ha coinvolto nel Nord Est 16 ospedali denunciando per frode in pubbliche forniture sette imprenditori. L'indagine è stata svolta su scala nazionale in merito alla commercializzazione e all'uso nelle sale operatorie di contenitori per la sterilizzazione di strumenti chirurgici (dispositivi medici di classe I), risultati privi della marcatura "Ce" e non rispondenti ai requisiti di sicurezza.


L'inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Belluno, era stata avviata a novembre scorso a seguito di una segnalazione dell'ospedale "San Martino" di Belluno. La direzione medica del nosocomio, infatti, aveva rilevato presso un gruppo operatorio che alcuni contenitori per la sterilizzazione non avevano il marchio "Ce" e non si chiudevano ermeticamente, come previsto.


Le Fiamme Gialle bellunesi, dopo 48 ore dalla segnalazione dell'ospedale, individuavano il fornitore - un'azienda di Reggio Emilia - presso il quale bloccavano una partita degli stessi prodotti privi della marcatura "Ce", accertavano la provenienza turca dei contenitori e risalivano, sul territorio nazionale, a tutti gli altri clienti (strutture ospedaliere pubbliche e private o altri distributori) ai quali la società emiliana importatrice aveva a sua volta ceduto i prodotti in questione.


L'indagine, sviluppata nelle province di Belluno, Padova, Milano, Mantova, Pavia, Lodi, Pordenone, Bologna, Reggio Emilia, Forlì, Cesena, Fermo, Ancona, Macerata, Lucca, Massa Carrara, e Roma, ha evidenziato che solo il 5% dei contenitori esaminati riportava la regolare marcatura, mentre la restante merce commercializzata non era conforme alla normativa del Ministero della Salute.


In alcuni casi sui contenitori sequestrati sono state rilevate gravi anomalie, come l'inefficiente chiusura ermetica e la presenza di parti ossidate o corrose. Evidenti le possibili conseguenze: pericolo di contaminazione ed infezioni per i pazienti e per il personale sanitario giornalmente a contatto con strumentazione chirurgica non sterilizzata a causa dei contenitori non a norma e malfunzionanti.


Sono state effettuate complessivamente 21 perquisizioni, di cui 16 presso strutture ospedaliere e Aziende Sanitarie Locali, che hanno portato al sequestro di 234 contenitori non a norma. Sette persone - i titolari delle ditte con sede in Reggio Emilia, Padova, Bologna, Fermo e Roma che hanno fornito in appalto i materiali difettosi alle strutture ospedaliere ed un rappresentante di commercio - sono state denunciate all'autorità giudiziaria per il reato di frode nelle pubbliche

forniture.

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