Studentato di lusso e aule ultra-moderne È la nuova cittadella

Inaugurata ieri al Polo di Psicologia: 200 alloggi con cucina 19 mila metri di park. Piano candidato all’oro di Archittetura
Di Silvia Quaranta
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INAUGURAZIONE POLO PSICOLOGIA
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INAUGURAZIONE POLO PSICOLOGIA

Tre edifici nuovissimi, tecnologici e all’avanguardia, nel cuore di Psicologia: ieri hanno finalmente aperto le porte agli studenti del Bo, che già in mattinata si sono riversati all’interno. Le tre strutture, quasi identiche, formano un complesso comunemente denominato “Cittadella dello Studente”, e non a caso: è a tutti gli effetti un mini campus, con tanto di residenza, bar, aule studio, di lezione e spazi per lo svago. Un’intera palazzina è destinata agli alloggi (circa 200 e di gran lusso, già in gestione all’Esu), una al centro Linguistico (900 posti per le lezioni frontali, più 9 laboratori linguistici con 430 postazioni pc), e la terza ad uffici. I numeri parlano da sé: 19.000 metri quadri di superficie calpestabile, altri 19.000 di parcheggio interrato e 1.700 di parcheggio in superficie. Il polo, progettato a suo tempo dall’architetto Gino Valle (e ieri consegnato alla cittadinanza dal figlio Pietro), è l’unico edificio universitario ad aver già conquistato otto candidature alla medaglia d’oro per l’Architettura Italiana. La realizzazione, che ha sofferto di una lunga serie d’intoppi, è stata lunghissima: oltre dieci anni. E i costi, inizialmente stimati intorno ai 28 milioni, sono poi lievitati fino ad un investimento complessivo di 56. «Forse il più poderoso che il Bo abbia fatto dal dopoguerra ad oggi» ha spiegato il prorettore all’Edilizia, Armando Gennaro «e il contenimento delle spese mi è costato una buona porzione di fegato. Ma l’imponente offerta di strutture e di servizi, funzionali, organici e moderni che oggi consegniamo agli studenti è davvero motivo di soddisfazione, e mi ripaga» ha concluso con un sorriso «del fegato che mi è costata». Un aiuto, va detto, è arrivato dalla Fondazione Cariparo: e non piccolo, 8,5 milioni. Per il completamente definitivo qualcosa manca ancora: due piani, il secondo ed il terzo del Cla, da rifinire ed arredare. Ma la meta è vicina. Sono già stati inaugurati, invece, i laboratori informatici e le aule studio, che ieri hanno accolto i primi studenti. All’inizio di ottobre si riempiranno anche gli alloggi, destinati ai beneficiari di borsa di studio e a coloro che vorranno usufruirne, sborsando l’affitto di tasca propria (circa 300 euro). Le stanze, a vederle, farebbero invidia a qualunque appartamento privato: sono luminosissime, affacciate sul Piovego, dotate di una grande scrivania in legno, bagno privato e cucina. Non è un semplice angolo cottura ma una stanzetta a sé, con tanto di microonde e piastra elettrica al posto del fornello a gas. Anche i bagni hanno tutti il box doccia ed un’utile scarpiera. Massimo comfort, insomma, in un’ambiente la cui architettura è stata studiata nei minimi dettagli: le finestre “a nastro” si affacciano sul fiume e sul panorama cittadino, la piazzetta centrale s’inserisce tra le strutture, creando una continuità. Il complesso è l’ultima opera che il rettore in pectore, Giuseppe Zaccaria, consegna a Padova e ai suoi studenti universitari. Il taglio del nastro di ieri sarà l’ultimo, prima di cedere il passo al suo successore: «se la posa della prima pietra del complesso Beato Pellegrino» ha spiegato, con una metafora sportiva «è stata considerata il “traguardo di montagna” di quella lunga e sofferta tappa della vita del nostro ateneo, questa è la nostra Paris-Roubaix, irta di buche e caratterizzata da un lungo e impegnativo pavé, che può dimostrare la qualità dei corridori forti. Ma anche questo traguardo è stato raggiunto».

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