Studentato e campus all’ex Sacro Cuore, una struttura da 300 posti in via Belzoni

Operazione da 20 milioni di euro a Padova, promossa da un fondo internazionale: «Sarà pronto per l’anno accademico 2021/2022»

PADOVA. Furono le dame del Sacro Cuore a rimboccarsi le maniche e ricreare, dalle macerie dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, un nuovo luogo di accoglienza. Stavolta un convitto femminile, dedicato alle studentesse, nel luogo dove sorgeva un orfanotrofio che accoglieva gli orfani del Borgo Portello e della città.

Ora, più di 70 anni dopo, siamo a un nuovo momento di svolta per il grande complesso dell’istituto del Sacro Cuore, all’inizio di via Belzoni, di proprietà ecclesiastica. C’è un fondo di investimenti pronto a investire una ventina di milioni per trasformarlo, d’accordo con il Bo, in un vero e proprio campus universitario, a due passi dagli istituti di Matematica del complesso Paolotti e di quelli di Ingegneria in via Loredan. L’operazione, che prevede uno studentato da 300 posti assieme a spazi per i professori e aule per le lezioni, ha un obiettivo: dovrà essere pronto a settembre 2021.

capitali dall’estero

Che l’università sia un potente magnete di capitali, soprattutto dall’estero, lo si è capito da un bel pezzo. Padova fuori dai confini nazionali è percepita come un tutt’uno con la sua università. E le potenzialità di crescita del Bo hanno rating elevatissimi, che fanno gola a molti. È previsto anche un cambiamento nel modo di abitare degli studenti: non più singole stanze o appartamenti presi in affitto da privati, ma posti in strutture simil alberghiere con servizi ad hoc, come lavanderie e aule studio.

Ecco spiegato l’interesse dei fondi di investimento immobiliari. L’ultimo, rappresentato in città dall’avvocato Sergio Dal Prà, ha pronto un progetto per il Sacro Cuore: «È un fondo che vuole dare un contributo di carattere sociale e collettivo – spiega il legale – Opera già in tutta Europa con la costruzione sia di alberghi che di studentati. In Italia è presente già a Milano ed ha scelto Padova come seconda area di investimento».

campus innovativo

«Nel progetto c’è il recupero del grande parco che si trova dietro il complesso, così come la volontà di creare nuovi spazi per l’università. A partire dall’ex chiesa. Insomma, c’è poco di speculativo e molto di sociale», racconta Dal Prà.

Un progetto di massima che è già stato presentato sia al sindaco Sergio Giordani che al rettore Rosario Rizzuto, ed avrebbe ottenuto il primo via libera, seppure solo indicativo. L’invito è quello di concretizzare al più presto la proposta, per arrivare alla definizione di un accordo pubblico-privato che non prevede nessun aumento di volume o altre agevolazioni, ma la sottolineatura dell’utilità pubblica dell’intervento con la massima attenzione alla sostenibilità ambientale e un versante sociale che prevede particolari agevolazioni e gratuità agli studenti meritevoli.

Il calendario è fissato. «Presenteremo il progetto definitivo tra gennaio e febbraio, con l’obiettivo di iniziare i lavori appena possibile. Certo serviranno 3-4 mesi di passaggi burocratici – anticipa l’avvocato padovano – Di certo l’apertura del nuovo campus dovrà essere a settembre 2021, con l’inizio dell’anno accademico». —


 

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