Studente padovano rivoluziona il check-in al Marco Polo

Stop alle code all’aeroporto di Venezia grazie al progetto di un ingegnere padovano neolaureato
Disagi all'aeroporto Marco Polo di Venezia a causa di uno sciopero improvviso degli addetti ai bagagli
Disagi all'aeroporto Marco Polo di Venezia a causa di uno sciopero improvviso degli addetti ai bagagli

VENEZIA. L’aeroporto di Venezia diventa più smart, grazie a un’idea che arriva da Padova. La novità consiste in una gestione diversa della fila, che tiene impegnato il cliente e rende meno lunga l’attesa: il progetto è stato elaborato da un ingegnere padovano, Davide Ciacchi, e il Marco Polo (gestito dal gruppo Save) è il primo aeroporto in Europa ad aver sposato i principi giapponesi della lean production, produzione snella.

Tutti conosciamo la noia dello stare in coda e, chiunque sia salito a bordo di un aereo almeno una volta in vita sua, conosce bene quali possono essere le lungaggini del sistema di sicurezza: la fila per passare al metal detector, la valigia che deve essere riposta sul rullo peressere osservata con l’apposita macchina e, talvolta, aperta. E ancora: via il telefono, i gioielli, le cinture. Tutto va messo in una apposita vaschetta che poi, a sua volta, viene controllata. Le macchine del resto non sono infallibili e, si sa, a volte scambiano una banale cerniera dei jeans con una pericolosa arma contundente, che fa scattare un preoccupato allarme del metal detector. Seguono operazioni delicate e imbarazzanti, quali levarsi i pantaloni davanti a tutto l’aeroporto, togliersi le scarpe, farsi “palpeggiare” dall’agente di turno che è obbligato a procedere con le verifiche di routine. Tutto ciò si potrebbe facilmente evitare, o quanto meno ridurre, organizzando la procedura con più criterio.

Così, a maggio dello scorso anno, Triveneto Sicurezza (società del gruppo Save che si occupa dei servizi di controllo in ambito aeroportuale) ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali dell’Università di Padova. Il progetto è stato affidato, attraverso uno stage iniziato lo scorso maggio, a un laureando magistrale in Ingegneria Gestionale: Davide Ciacchi. «Dopo una analisi del contesto» spiega Davide «ho presentato un progetto per coniugare l’efficienza del processo con la soddisfazione del cliente».

Davide Ciacchi
Davide Ciacchi

L’idea di Davide era semplice e facilmente applicabile: tenere impegnati i viaggiatori mentre aspettano. «Ciò che rallenta il processo» spiega «è il fatto che la rulliera dove appoggiare la valigia e gli oggetti personali era molto corta, quindi solo una persona per volta poteva iniziare a caricare le proprie cose. Ora la rulliera è stata allungata di 16 metri, sia a destra sia a sinistra del metal detector. Così, anche chi si trova al sedicesimo metro dal varco dei controlli può iniziare a spogliarsi seguendo le procedure». L’innovazione, semplice solo in apparenza, si fonda su uno studio accurato dei tempi e degli spazi da ottimizzare, secondo il metodo di produzione lean, già adottato in molte aziende del Padovano.

Il Marco Polo, però, è il primo aeroporto ad averlo scelto: «Un altro criterio del lean management che abbiamo applicato» spiega ancora Davide «riguarda le procedure standardizzate. Chi è in coda, è tenuto a seguire con ordine una serie di indicazioni: prima, nella vaschetta per gli oggetti personali, va riposto l’ipad o il telefono, poi i liquidi, la cintura e i gioielli e, infine, vanno svuotate le tasche. Gli operatori lavorano meno e il cliente è più contento».

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