Studenti in rivolta contro il caro mensa

Ancora non sanno se sarà più amaro, ma, di certo, il boccone che manderanno giù migliaia di studenti universitari, sarà più caro. L’Esu, ente regionale per il diritto allo Studio, ha portato ieri in consiglio di amministrazione un piano di adeguamento delle tariffe delle mense universitarie. Un aumento che sfiora il 10 per cento. Ieri la delibera è stata congelata dalle rappresentanze studentesche, pronte a presentare una controproposta: un taglio ai menu per tenere fermo il prezzo dei pasti.
Fuori dai tavoli istituzionali però, i ragazzi hanno già cominciato a gridare il proprio dissenso. All’ora di pranzo, da uno degli edifici che si affaccia sulla mensa Piovego, è stato calato uno striscione di protesta. Le pareti della struttura poi sono state tappezzate di messaggi più o meno ironici con l’obiettivo di attirare l’attenzione sul problema del caro-mensa. Ma all’orizzonte, per gli studenti del Bo, si prospetta un’altra stangata: il 22 aprile verrà discusso l’aumento delle tasse universitarie per i fuoricorso.
Salgono le tariffe.
Il piano di adeguamento del costo della mensa da parte di Esu prevede tre “scalini” differenti: un aumento di 0,20 euro per la prima fascia, che ora ha il pasto ridotto a 1,80 euro e quello completo a 2,30. Si sale di livello e crescono gli aumenti: chi oggi paga 3 euro per il pasto ridotto e 4 per quello completo si troverà a pagare rispettivamente 3,30 euro e 4,40 euro. Gli studenti “non meritevoli” e quelli che hanno Isee più alti subiranno la stangata maggiore: il loro pasto ridotto passerà da 5,20 a 5,60, quello completo da 5,20 a 5,70.
La protesta degli studenti.
Il Sindacato degli Studenti ieri è passato dalle parole ai fatti: «L’ente regionale vuole aumentare le tariffe mensa, in relazione agli adeguamenti Istat degli ultimi anni, al calo dell’affluenza alle mense, ai tagli della Regione». Il primo mal di pancia da parte dei ragazzi è giunto qualche giorno fa, quando hanno notato che nelle mense sono stati tagliati i gelati: lo si può scegliere tra i dessert solo per tre giorni, non più tutta la settimana.
La contro-proposta.
Le rappresentanze studentesche nel Cda dell’Esu ieri sono riuscite a far rimandare la delibera di adeguamento delle tariffe: «Proveremo a portare una nostra proposta», spiega Giada Pigatto, consigliere del Cda dell’Esu in quota studentesca, «che preveda la riduzione della varietà del menu salvaguardando però il prezzo per lo studente».
Aumenti al Bo.
Ma i ragazzi del Sindacato non hanno aperto solo il fronte Esu, il 22 aprile il Cda del Bo valuterà la proposta di aumentare le tasse ai fuoricorso: «Alla situazione delle mense universitarie va a aggiungersi un altro tasto dolente per studentesse e studenti. La proposta dell’Ateneo fa seguito all’introduzione nel 2011 del sistema bonus-malus. Ora l’adeguamento alle norme della spending review potrebbe portare gli studenti già costretti a pagare il malus perché visti come non meritevoli, ad aggiungere alle proprie tasse un ulteriore aumento graduale, proporzionale al proprio Isee».
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