Sul sito si comprano gli alberi per creare il Bosco Fontaniva

FONTANIVA
Creare il “Bosco Fontaniva” attraverso la capillarità delle reti digitali e la crescente coscienza ambientale: è questa l’energia del progetto sbarcato su www.wownature.eu e che punta a piantare al confine fra Fontaniva e Carmignano di Brenta qualcosa come 8.400 piantine forestali - sia arboree che arbustive - su un’estensione di circa 7 ettari. Come funziona? Le persone vanno sul sito, scelgono il progetto dell’Alta Padovana e poi possono decidere l’albero, in base alle disponibilità delle piante e del prezzo.
PIANTE GETTONATE
Al momento porta a casa un forte apprezzamento la fusaggine, al secolo “Berretta dei preti”: sono rimaste disponibili solo 42 su 545, il prezzo è di 14 euro, mangia 7 chili di anidride carbonica in un anno, pari a 40,3 chilometri percorsi in automobile. Restano ancora solo 97 “pallon di maggio” su 599, caratterizzato dai fiori bianchi a forma di ombrello, e 45 ligustrello su 545. Piace molto pure la sanguinella che tanto piace a tordi, merli e storni che la scelgono come nido: ne sono state già acquistate 541 al prezzo di 18 euro l’una. E poi ci sono i frassini, a 24 euro, i peri selvatici, le querce, che costano 32 euro ma ne sono già state prese 250: del resto, una delle specie più amate dell’immaginario comune ha la forza di catturare qualcosa come 33 chili di anidride carbonica in un anno, ovvero gli scarichi di 190 chilometri di una vettura. La “call to action” punta a raccogliere risorse anche per la manutenzione dell’area d’impianto per i prossimi cinque anni e per l’installazione di pannelli informativi.
Attorno al tavolo per sostenere il progetto del nuovo bosco si sono messi il Comune di Fontaniva, le aziende partner, la Regione e il Parco Fiume Brenta che, grazie al progetto Life Brenta 2030, ha facilitato la creazione del bosco.
SPECIE AUTOCTONE
Verranno piantate solamente specie autoctone come l’acero campestre, il pioppo, il tiglio, l’olmo, ma anche arbusti come la frangola o il prugnolo, e molti altri che andranno a formare una vera e propria food forest. «L’obiettivo», si legge nel sito, «è quello di raggiungere il più alto tasso di biodiversità possibile, condizione fondamentale per avere un bosco sano, bello ma soprattutto funzionale per la comunità e la fauna». Il nuovo polmone unirà aspetti ambientali e turistici, bellezza e lotta al climate change, e prenderà forma a due passi dallo storico “Ceo Pajaro” e a ridosso del laghetto di Camazzole”.
MOBILITà LENTA
Un bosco che “rafforzerà la sentieristica esistente e la rete di mobilità lenta, offrendo un importante servizio ricreativo per chi fruisce della ciclovia del Medio Brenta che collega Monaco a Venezia e che attraverserà il bosco; permetterà anche di mitigare gli effetti dell’inquinamento atmosferico da Pm10 provocato dal traffico della statale ad alta percorrenza, assorbendo Co2 e restituendo ai cittadini aria pulita e più sana. —
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