Super ciclabile Padova-Vicenza firmato ieri l’accordo per il via

Studio per progettare il percorso da 33 chilometri interamente in sede protetta Sabrina Doni: «Una grande opportunità per lo sviluppo turistico del territorio»
C.mal.

L’hanno definita l’«autostrada della mobilità sostenibile». Ma più che un percorso veloce sarà un perdersi lento tra la natura, le acque e i panorami del nostro territorio. E per molti ciclisti anche un modo per non “rischiare la pelle” sulla strada regionale 11, la Padana superiore. È la super ciclabile Padova-Vicenza, che in città si aggancerà alla pista esistente su corso Milano per proseguire a Chiesanuova, poi a Sarmeola, Rubano, Mestrino, Veggiano, Arlesega e poi nel Vicentino. Ieri mattina i presidente delle Province di Padova (Fabio Bui) e Vicenza (Francesco Rucco), insieme ai sindaci degli 8 comuni coinvolti, hanno firmato a Grisignano di Zocco il protocollo d’intesa per uno studio che ne tracci il percorso e analizzi «potenzialità nonché sviluppi e risvolti economici e sociali».

Tra Padova e Rubano

Tra i promotori dell’accordo, in prima fila nell’esaltarne l’opportunità, c’è la sindaca di Rubano Sabrina Doni, che è anche consigliere delegata della Provincia per le piste ciclabili e il cicloturismo: «Questo studio propedeutico servirà a delineare i vantaggi trasportistici, sociali, ambientali, sanitari e turistici di tutto il tratto – spiega – Sarà in grado di incentivare l’uso della bici per andare al lavoro o a scuola, oltre che nel tempo libero. Questo vuol dire progettare in grande».

le opportunità per il turismo

Sono importanti però anche le opportunità turistiche che questo tipo di percorsi portano ai territori. Tanto che la super ciclabile Padova-Vicenza andrà a incrociare due percorsi molto utilizzati come l’anello ciclabile di Padova e la Treviso-Ostiglia permettendo una rete di spostamento sicura e piacevole per tutti i ciclo-turisti.

Lo studio permetterà di progettare un tracciato lungo 33 chilometri, che potrà essere largo da 3,5 a 6 metri a seconda del tipo di tracciato. Potrà essere una “direttissima” a 6 corsie, una pista veloce a 4 corsie oppure quella standard a 2 corsie. In ogni caso sempre in sede propria con diritto di precedenza, dunque evitando incroci pericolosi con strade ad alta percorrenza. Saranno ammessi solo bici, e-bike e monopattini. Lo studio chiarirà anche i costi e le possibilità modalità di finanziamento. Poi si dovrà procedere a un nuovo accordo tra gli enti, alle procedure urbanistiche, alla progettazione e alla realizzazione per stralci. Servirà – burocraticamente parlando – più di qualche anno. Ma i ciclisti sono abituati a non avere fretta.



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