Svastica sulla targa del partigiano: oltraggiata la memoria di Pierobon
Nativo di Cittadella, venne fucilato nella caserma di Chiesanuova. L’atto incivile a Valdagno, indignazione dalla comunità locale e dalla politica: «Offesa alla storia»

Una svastica sulla targa del partigiano cittadellese Luigi Pierobon, eroe della Resistenza ucciso dai nazifascisti nel 1944. Qualche nostalgico di Hitler si è cimentato nel blitz violento nei giorni scorsi a Valdagno, nel Vicentino; a essere presa di mira è stata una delle incisioni commemorative dedicate a Pierobon, noto come “Dante”.
Il gesto di odio senza senso e inaccettabile vandalismo ha suscitato profonda indignazione. Il sindaco di Valdagno, Maurizio Zordan, ha definito l’atto «un’offesa alla storia e ai valori della nostra città, medaglia d’argento per la Resistenza», sottolineando l’inciviltà di chi ha siglato sul marmo la croce uncinata.
La sezione Anpi di Valdagno ha espresso «il più assoluto sdegno», ribadendo l’importanza di promuovere quotidianamente i valori su cui si fonda la democrazia, specialmente in una città insignita per i meriti partigiani.
Anche esponenti politici locali, come Guido Asnicar di Fratelli d’Italia, hanno condannato fermamente l’accaduto, auspicando che si tratti di un gesto isolato privo di ulteriori significati. E la consigliera regionale dem Chiara Luisetto ha stigmatizzato l’episodio, denunciando «una escalation che deve trovare unite tutte le forze democratiche».
La figura di Pierobon è legata a Cittadella, dove nacque il 12 aprile 1922. Primogenito di otto figli, proveniva da una famiglia di modeste condizioni economiche. Dopo aver frequentato il ginnasio al collegio salesiano “Manfredini” di Este, si iscrisse al liceo classico “Tito Livio” di Padova. Si iscrisse poi alla Facoltà di Lettere all’Università di Padova, sostenendo numerosi esami e arrivando a un passo dalla laurea.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, fu arruolato nel Deposito del 73º Reggimento fanteria. Dopo l’8 settembre 1943, tornò a casa e si unì alla Resistenza vicentina, fu il primo comandante della brigata partigiana “Stella”.
Nella giornata del 17 agosto 1944 Pierobon – quando aveva appena 22 anni – venne condotto davanti al plotone di esecuzione nella caserma di Chiesanuova e all’ultimo tentativo di offrirgli salva la vita in cambio della sua collaborazione rispose sdegnosamente: «Siete servi venduti. Noi moriamo per l’Italia», e richiese a gran voce di essere fucilato al petto.
La medaglia d’oro gli venne conferita con la qualifica di caporale allievo ufficiale di fanteria e partigiano combattente con questa motivazione: «Organizzatore dei primi nuclei partigiani del Vicentino, valoroso combattente, deciso in ogni azione di guerra, mentre era in Padova per organizzare con altri capi un’azione militare da effettuare in quei giorni, cadde in una vile imboscata. Arrestato e riconosciuto quale comandante di Brigata, fu sottoposto a barbare sevizie, che sopportò con eroico stoicismo pur di non tradire la causa».
La sua città natale ha voluto onorarne la memoria intitolandogli la piazza principale di fronte al duomo e la scuola secondaria di primo grado.
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