Rottamati i tabelloni pubblicitari a Padova: hanno vinto i social

I cartelloni non spariranno del tutto: dopo l’ok del consiglio comunale, ne resteranno solo 1.600. 

L’assessore Bressa: «Operazione di pulizia dal degrado: saranno rimossi quelli che non vengono più utilizzati»

 

Luca Preziusi
In via Gattamelata a Padova i cartelloni sono stati rimossi
In via Gattamelata a Padova i cartelloni sono stati rimossi

Ridotte all’osso le pubblicità sui muri. Ora ci sono i social. Anche l’amministrazione comunale di Padova decide di sbaraccare i vecchi impianti di affissione, virando quindi sulla tecnologia più avanzata. Dopo l’ok del consiglio comunale del 24 febbraio sera, che ha approvato le modifiche al regolamento per l’applicazione del canone unico patrimoniale, di oltre 4 mila metri quadrati di spazi dedicati ne rimarranno appena 1.600.

Spazzati dai social

Sono le zone dove da decenni sono affisse comunicazioni di carattere istituzionale, sociale o campagne di promozione, ad un costo ribassato, che con l’avvento dei social hanno perso il senso per cui erano nate. Sono poche le persone che vengono a conoscenza delle attività tramite affissioni, quando basta sbloccare ormai il proprio smartphone ed essere invasi dalle notifiche.

«Questo servizio è andato considerevolmente diminuendo nel corso degli anni, viste le alternative di comunicazione, soprattutto digitali, sempre più utilizzate», spiega l’assessore ai tributi e all’arredo urbano, Antonio Bressa. «Infatti ancora prima di questa delibera avevamo deciso di prevedere la rimozione di tutti gli impianti pubblicitari rimasti inutilizzati, solitamente presenti nella forma di tabelle affisse a muro. Questi configuravano infatti ormai elementi di degrado e disturbo visivo nella città».

La spinta della legge di bilancio

A permettere la nuova accelerata è stata anche la legge di bilancio 2025 che prevede per i Comuni la necessità di inserire nel regolamento che disciplina il canone unico patrimoniale, anche la superficie degli impianti destinati al servizio delle pubbliche affissioni. Ovviamente lasciando libero il Comune di mantenere o meno questo servizio, ad oggi non più obbligatorio. A quel punto l’amministrazione ha deciso di cogliere l’occasione e ridurne la presenza per migliorare anche il decoro urbano della città, puntando su altri canali di comunicazione più smart.

Una prima pulizia era stata affidata ad ApsHolding già nel 2022. Negli ultimi due anni si era passati da 4.150 metri quadrati di superficie, agli attuali 3.108.

Quanti restano

Considerando le prossime rimozioni, che riguarderanno i cartelli delle pubbliche affissioni non in regola con il Codice della strada e quelli che risultano inutilizzati, si arriverà a stabilire il numero di 1.672 metri quadrati come risultato finale. Il servizio permetteva fino a oggi di incassare una cifra attorno ai 70 mila euro all’anno, la cui previsione sarà però mantenuta: la dismissione degli impianti non riguarda quelli realmente utilizzati.

«Un numero adeguato rispetto alla reale richiesta da parte di enti ed associazioni ed equamente distribuito nel territorio», chiude Bressa, «Garantiamo così un servizio a quei soggetti che ancora ne fanno uso, ma al tempo stesso completiamo un lavoro importante di pulizia e decoro urbano in linea con l’obiettivo di sfoltire il numero di impianti pubblicitari stratificati nel tempo sul suolo pubblico». —

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