Tap, carabinieri del Noe sequestrano documenti nella sede di Sgs Italia

VILLAFRANCAL’inchiesta sul presunto inquinamento da cromo causato dal cantiere della Tap – il gasdotto che dall’Azerbaigian deve approdare sulle coste pugliesi del Salento – è approdata anche a...

VILLAFRANCA

L’inchiesta sul presunto inquinamento da cromo causato dal cantiere della Tap – il gasdotto che dall’Azerbaigian deve approdare sulle coste pugliesi del Salento – è approdata anche a Villafranca: nell’ambito delle indagini condotte dai carabinieri del Noe di Lecce (che hanno portato anche a indagare tre manager della Tap), giovedì i militari si sono recati nella sede operativa della Sgs Italia a Villafranca a prelevare una corposa documentazione.

Il centro di analisi è infatti utilizzato dalla “Trans Adriatic Pipeline” per eseguire le indagini ambientali nei diversi cantieri dell’opera. I documenti sequestrati alla Sgs Italia, anche su supporto informatico, riguardano i rapporti di prova e le analisi eseguite dal novembre 2017 a oggi e collegate ai campionamenti effettuati sulle acque di falda sottostanti il cantiere Tap a Melendugno (Lecce) dove, secondo le indagini condotte dal Noe e dall’Arpa Puglia, è stato riscontrato il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione di alcuni parametri, tra cui il cromo esavalente.

L’azienda, attraverso la sede legale di Milano, fa sapere che al momento non rilascia dichiarazioni. La Sgs è nata nel 1878 come azienda di ispezione del grano e successivamente, nel 1919, è stata registrata a Ginevra come Société Générale de Surveillance. La rete Sgs comprende oltre 2.400 uffici e laboratori e più di 95 mila dipendenti in tutto il mondo. In Italia è presente dal 1915, occupa un migliaio di persone ed è suddivisa in 21 uffici operativi e otto laboratori, tra cui quello di Villafranca Padovana. —

CRI. S.

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