Tav a Padova tra dieci anni, si accende la polemica: «Inaudito, si proceda spediti»
L’attacco del forzista Zilio: «Ignorato uno snodo strategico con un Interporto tra i più importanti». Lega e FdI attaccano Giordani, il centrosinistra punta Salvini: «Paghiamo per il ponte sullo Stretto»
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Tav a Padova non prima di 10 anni? Le parole della vicepresidente e assessora alle infrastrutture della Regione Elisa De Berti sollevano un polverone in città. La paura infatti è che il territorio euganeo rischi di restare indietro nella partita delle infrastrutture, scontando l’assenza di una classe politica all’altezza.
Serve l’Alta velocità
A lanciare il sasso per primo è il vicecoordinatore cittadino di Forza Italia Fernando Zilio (già presidente della Camera di commercio): «È tutto molto grave e inaudito. Ma com’è possibile che uno snodo strategico come Padova, sia la cenerentola della ferrovie italiane? La nostra città ha una frequentazione passeggeri tra le più alte d’Italia e un Interporto tra i più importanti in Europa, eppure è ultima tra gli ultimi – sottolinea – Lo ritengo un colpo basso e mi chiedo cosa sia successo a Palazzo Moroni e che risposta daranno a Ferrovie, dopo la cruda e gravissima notizia dell’assessore regionale De Berti. In più ricordo che Vicenza ha saputo ottenere tutto quello che ha voluto con Variati sindaco».
Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Cavatton pesano svariati fattori e responsabilità diffuse: « È del tutto evidente l’assenza di indirizzo politico-amministrativo dell’attuale governo cittadino, che sulla vicenda dorme dal 2017. Probabilmente impegnato in altre partite, ha trascurato quella più importante, anche in ragione del ruolo primario del nostro Interporto – osserva – D’altronde, risalta per pressappochismo ed improvvisazione la questione del cavalcavia Borgomagno: chi non ricorda che tra le motivazioni della sua temporanea chiusura venne avanzata proprio quella dell’arrivo dell’alta velocità? E chi non ricorda che esponenti della giunta la descrivevano come imminente, nel giro di 3-5 anni? E invece veniamo a sapere che 10 anni sarebbero già un gran traguardo. Siamo ancora una volta alla solita e stucchevole politica degli annunci».
Tempi certi sulla Tav
Un concetto che riprende anche l’esponente leghista Ubaldo Lonardi: «Chi ha letto i piani di Rfi sa che per Padova non si partirà a progettare prima del 2028. La sensazione che invece la Tav fosse imminente è il frutto delle clamorose bugie dette dal sindaco in questi anni. La cosa tragica è che nessuno, a partire dalle categorie economiche, è mai intervenuto per dire che Giordani stava raccontando favole», è l’accusa.
Ma il ragionamento è più ampio: «Fino a che non si risolve il problema della Tav non si affronta il nodo dello sviluppo strategico di Padova, che oggi è messo in dubbio dall’unica grande infrastruttura realizzata negli ultimi 10 anni: vale a dire la Pedemontana, che sta spostando traffico a nord, saltando l’asse Padova-Venezia – prosegue Lonardi – L’unica opportunità che abbiamo ora è di approfittare di questa assoluta mancanza di progetti per richiedere tutti all’unisono l’interramento del passaggio dell’alta velocità a in città. Altrimenti si rischia una devastazione del territorio».
Mette l’accento sulla litigiosità del centrodestra, invece, il consigliere del Pd Pietro Bean: «La faida interna per la scelta del candidato presidente alle regionali è sotto gli occhi di tutti. Non tolleriamo però che Padova diventi terreno di contesa per questa guerra di poltrone», sottolinea assieme alla difesa della giunta: «Giordani sta lavorando per trasformare la città e dotarla di infrastrutture moderne ed ecosostenibili: abbiamo la più alta spesa di fondi Pnrr pro capite in Italia e i cantieri del nuovo tram ne sono la prova tangibile. L’alta velocità è una grande occasione per proseguire in questo senso e per rigenerare l’area della stazione, ma è una questione statale e i fondi vengono da Roma».
La palla dunque ritorna nella Capitale: «Se i lavori ritardano è perché Salvini ha deciso di spendere 13 miliardi nell'inutile Ponte sullo stretto di Messina, rallentando i progetti su territori come il nostro e rovinando le Ferrovie. I disservizi, i malfunzionamenti e i ritardi dei treni a cui assistiamo ogni giorno ne sono la prova tangibile – conclude Bean – Prima di litigare in Regione la destra pensi ai bisogni infrastrutturali dei territori».
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