Tecnologici o esperti d’arabo, ecco i nuovi agenti segreti

«Non chiamateci James Bond»: il senatore Marco Minniti, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, spezza subito un cliché. «I servizi segreti non hanno niente a che vedere con le immagini,...

«Non chiamateci James Bond»: il senatore Marco Minniti, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, spezza subito un cliché. «I servizi segreti non hanno niente a che vedere con le immagini, seppur entusiasmanti, trasmesse dal cinema o dalla televisione. Il nostro mestiere», assicura nell’aula magna di palazzo Bo, «è proprio un altro. Possiamo, questo sì, violare la legge e commettere reati. Ma non tutti, e ci servono ben due autorizzazioni: politica e giudiziaria». Dall’altra parte, qualche centinaio di studenti incuriositi, con ogni probabilità cresciuti a pane e 007. Purtroppo per loro, a quanto pare, il condizionamento televisivo è una pessima carta da giocare: molto più vincenti sono invece un ottimo curriculum, grande passione e profondo senso dello Stato. L’incontro di ieri, intitolato “Intelligence Live” fa parte di un ciclo organizzato nelle università italiane per avvicinare i giovani. «Per molti anni», spiega infatti Minniti, «nel nostro comparto intelligence ci sono state solo forze armate o di polizia. Nell’ultimo periodo abbiamo aperto l’accesso ai giovani laureati: ne abbiamo già reclutati sessanta, ed è stata una piccola rivoluzione. Le nuove sfide ci impongono di correre veloce, e chi va veloce oggi sono i nativi digitali». Sono benvenuti gli specialisti dei settori economico-finanziario, energetico e cyberg. Ma anche molti altri: «Cerchiamo giovani che conoscano le lingue», continua Minniti, «traduttori che sappiano l’arabo in tutti i suoi dialetti e in grado di non perdere una parola durante un’intercettazione». Le nuove sfide? Quasi tutte nell’ambito della tecnologia. Accedere almeno alle selezioni, in ogni caso, non è difficile: «Basta andare sul sito», assicura Paolo Scotto di Castelbianco, direttore della Scuola di formazione del Comparto Intelligence e responsabile della Comunicazione istituzionale del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Il sito è sicurezzanazionale.gov.it e c’è proprio la sezione “lavora con noi”. Le porte sono aperte. (s.q.)

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