«Temiamo di non poter tornare a casa»

Gli sfollati dalle abitazioni minacciate dalle frane sulla Rocca vivono in albergo da 15 giorni: trattati bene, ma sono in ansia
Di Francesca Segato
Monselice, 12.04.2013 Sfollati per frana alloggiano all'agriturismo "Le muraglie" Nella foto: le famiglie Stanco, Forzella, e Zerbetto pranzano assieme
Monselice, 12.04.2013 Sfollati per frana alloggiano all'agriturismo "Le muraglie" Nella foto: le famiglie Stanco, Forzella, e Zerbetto pranzano assieme

MONSELICE. Andarsene di corsa, con i vestiti nelle sportine. Riorganizzare la vita, tra il lavoro che deve continuare e i figli da portare a scuola. Tornare a casa a fare le lavatrici, con la “scorta” della Protezione civile, per la paura costante che un altro pezzo di monte possa venir giù. Trovare un posto per gli animali domestici, cani e gatti terrorizzati più dall’improvvisa scomparsa dei padroni che dalle frane. Provare a sentirsi a casa nella hall di un albergo. Con un pensiero fisso: quando si potrà rimetter piede a casa, quella vera? Silvano Bizzaro è fuori ormai da 15 giorni, con la moglie Giuseppina, l’anziana mamma Silvana Fortin, costretta sulla sedia a rotelle, e la sorella Patrizia, disabile, che frequenta un centro diurno. Sono alloggiati all’hotel Blue Dream, dove le camere sono a misura di handicap. «Siamo sistemati bene, il personale ci tratta bene, vigili e Protezione civile sono sempre stati gentilissimi» premette Bizzaro. «Come è cambiata la nostra vita? Ci possiamo muovere poco, dovendo stare con mia mamma e mia sorella. Avevamo una badante, ma l’abbiamo mandata a casa, altrimenti bisognava ospitare anche lei. Ma quello che ci crea disagio è non avere comunicazioni di alcun tipo. Quanto dovremo star fuori di casa? Le informazioni le apprendiamo solo dal giornale. Siamo in stallo, mentre sappiamo che la nostra casa è in pericolo. Non siamo sereni, temiamo di non poter tornare più. E se un giorno torneremo a casa, sarà veramente sicuro?» Intanto, la famiglia ha dovuto portare il cagnolino Flick al canile. Giuseppina va a trovarlo tutti i giorni, in attesa di poterlo riportare a casa.

«Siamo fuori casa dal mercoledì prima di Pasqua» racconta il geometra Stefano Stanco, residente a San Tomio. Con la moglie e i figli, due ragazzi, alloggia all’agriturismo Le Muraglie, insieme al cognato Forzella con moglie e due figlie. «Mia suocera invece l’abbiamo alloggiata da un’altra figlia» spiega. «Cerchiamo di continuare la vita di sempre, ma con un po’ di fatica. Si può tornare a casa solo una volta al giorno, alle 19, per fare una lavatrice o tirar fuori la biancheria. Durante la settimana lavori, ma al sabato e alla domenica il disagio si sente…». Sempre alle Muraglie alloggia anche Dino Zerbetto, residente in via Santo Stefano. «Siamo fuori casa dal 18 marzo e ancora non sappiamo niente...» esordisce. «Finché non c’è l’ok non possiamo tornare a casa, che sarebbe la cosa più bella. Siamo ben seguiti, da don Sandro Panizzolo, Protezione civile, vigili, carabinieri, dalla famiglia Miotto delle Muraglie, possiamo solo ringraziare tutti. Purtroppo però non è casa nostra. Abbiamo una gattina, Susy, che abbiamo lasciato a casa per 15 giorni, dal terrore non usciva più. Abbiamo chiesto alle Muraglie di poterla portare con noi e immediatamente ci hanno risposto di sì: è indescrivibile la sua gioia quando è tornata con noi...».

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