Tencarola è compatta nella difesa delle campane

SELVAZZANO. Per chi suonano le campane della parrocchia di Tencarola? Per tutti, eccetto che per quella signora che ha sporto denuncia a causa del rumore molesto prodotto dai rintocchi che arrivano dal campanile della chiesa di San Bartolomeo Apostolo. Ma fra i residenti e i commercianti della frazione di Selvazzano il parere è unanime: le campane non si toccano. Tutti, dunque, schierati dalla parte del parroco don Raffaele Gobbi, che pure ha provato a dirimere la disputa in sede pregiudiziale senza ottenere alcun riscontro positivo dalla controparte.
«Le campane non hanno mai arrecato fastidio a nessuno anche perché i rintocchi durano al massimo cinque secondi – osserva Isidoro Fecchio, proprietario del bar di fronte alla chiesa –. La signora che ha denunciato la parrocchia è particolare. Nonostante abiti da poco in via Venezia, appena arrivata aveva subito segnalato ai carabinieri che le campane emettevano un suono assordante. Prima di cambiare casa, avrebbe dovuto pensarci».
Sulla stessa lunghezza d’onda si esprime G.R., che gestisce un negozio di generi alimentari vicino alla parrocchia: «Le campane sono sempre state un simbolo della nostra comunità. La signora avrebbe dovuto riflettere prima di andare a vivere in affitto nella sua nuova abitazione. La disturbano perfino i bambini della scuola materna “Maria Immacolata” di fronte alla sua casa, tanto che ha minacciato di denunciare le suore dell’istituto Clair. Ha fatto spostare anche il divieto di sosta davanti al suo cancello affinché le auto non parcheggiassero».
Molte persone assegnano al campanile di Tencarola una funzione socio-culturale. «Abito dal 1975 nel quartiere Danovi – confida G.V. – una finestra della mia casa è rivolta sul lato del campanile. I miei bambini si svegliavano al mattino con il suono delle campane».
«È assurdo – rileva Giacomo Carraro – le campane hanno sempre scandito i ritmi della giornata. Quando si aravano i campi stabilivano il momento della pausa pranzo e la fine del lavoro. La domenica, invece, richiamavano i fedeli a messa».
Aggiungono la loro voce al plebiscito per la tutela di un bene comune anche Arnaldo Edoli, Laura Benetton, Arialdo Lorigiola, Flavio Reveren e Gabriele Baù. «Nel mortorio generale – chiude Maria Sgandurra – le campane costituiscono un segno di vita. Sicuramente, i rintocchi sono molto meglio della musica ad alto volume».
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