Teolo, finita la reggenza: un fisico nucleare è il nuovo abate dei benedettini

Praglia, è stato eletto sabato dal Capitolo dei monaci. Prima di entrare in convento si era laureato a Trieste

TEOLO. A un anno e mezzo dalle dimissioni di padre Norberto Villa, la comunità monastica di Praglia ha un nuovo abate. È padre Stefano Visintin, sessant’anni il prossimo 10 agosto, originario di Gorizia, laureato in Fisica nucleare e dottore in Teologia.

È stato eletto durante la riunione del Capitolo di sabato 25 maggio che ha visto la presenza di trentasei monaci. Con l’elezione del nuovo abate, che ha ottenuto i due terzi dei voti (la maggioranza necessaria è del 50% dei voti più uno), si chiude il lungo periodo di reggenza del priore amministratore padre Timoteo Tremolada, a cui la comunità benedettina sui Colli Euganei nella primavera del 2018 si era affidata non avendo trovato un’intesa sul successore dell’abate dimissionario Norberto Villa.

Padre Stefano, ex decano della Facoltà di Teologia, attualmente è Rettore Magnifico del Pontificio Ateneo benedettino di Sant’Anselmo in Roma. Carica che ha assunto nel giugno del 2017 quand’è subentrato a padre Javier Flores Arcas e che ora dovrà lasciare per il nuovo incarico a Praglia. Entrato in convento a Praglia pronunciando i voti nel 1990, è stato ordinato sacerdote nel 2009 dopo essersi laureato in Fisica nucleare all’Università di Trieste. È autore del saggio “Come meridiani nelle vicinanze del polo”.



Il nuovo abate, che conosce molto bene la comunità monastica di Praglia per avervi trascorso più di un quarto di secolo, sovrintende anche i monaci benedettini dell’isola di San Giorgio Maggiore di Venezia e a quelli del santuario di Monte Madonna. Ieri è partito per Roma.

«Nei prossimi giorni al Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo si dovrà dedicare al passaggio delle consegne, tornerà a Praglia tra una settimana», fanno sapere al monastero sotto il monte delle Are. L’immissione nella comunità come abate non avverrà prima di una quindicina di giorni.

Intanto la vita tra le mura dell’antica abbazia, che si estende su una superficie di 14 mila metri quadrati, va avanti nel rigoroso rispetto della regola di San Benedetto “Ora et labora”. I monaci di Praglia, che sono oltre una quarantina, si dedicano al restauro dei libri, producono vino, miele, olio, liquori, tisane, creme protettive, caramelle. Prodotti che propongono ai visitatori dell’abbazia e non solo. Il vino di Praglia, con in etichetta la stella a sette punte, si trova anche nelle enoteche, nei centri commerciali e si può acquistare anche online. Le visite al monastero con la guida di un monaco sono possibili in questo periodo nei giorni festivi alle 15.30, 16, 16.30, 17 e 17.30. Nei giorni feriali alle 15.30, 16.10, 16.50 e 17.30. Per informazioni telefonare allo 049- 9999300. —
 

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