Tesi di laurea comprate, aperta un’indagine
PADOVA. Compravendita di tesi di laurea in rete su siti come Bakeca.it, Kijiji e Subito.it. Anzi, tesi ordinate su misura, confezionate a pagamento e poi discusse dallo studente per l’ambito traguardo del “dott” conseguito senza l’ultima sfacchinata (la stesura della tesi) dopo il superamento di tutti gli esami.
Sul caso il procuratore della Repubblica, Matteo Stuccilli, ha deciso di aprire un’indagine: al momento si tratta solo di un fascicolo (senza indagati) che comprende alcuni articoli di giornale con i nomi di due società, lo Studio Team di Milano e il Centro studi Arco Iris, con sede a Scafati in provincia di Salerno, specializzato anche nel recupero di anni scolastici e in tesine per la maturità.
Nel suo sito “Arco Iris” scrive di mettere «a disposizione degli studenti un servizio di consulenza professionale e specializzato per aiutare i tesisti in tutte le fasi di redazione della tesi... grazie ad uno staff di tutor specializzati in consulenza e redazione per tesi di laurea». Il tutto «a costi inferiori di oltre il 50% rispetto ai concorrenti». Qual è l’ipotesi di reato (da accertare) secondo la procura? La violazione della legge 475 del 19 aprile 1925 contenente le norme sulla «repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche». Il laureando che presenta una tesi scritta da altri rischia la condanna fino a sei mesi come chi materialmente scrive quella tesi, sempreché il laureando realizzi il suo scopo; mentre la semplice offerta di tesi a pagamento è punita con una sanzione amministrativa pecuniaria.
«Il fenomeno delle tesi comprate è un malcostume diffuso in tutta Italia che, a quanto sembra, si sta ampliando nei numeri e sviluppano nelle modalità, sempre più veloci» commenta il Rettore dell’università di Padova, Giuseppe Zaccaria, «Aspettiamo il lavoro degli inquirenti per approfondire tutti gli aspetti legali della questione: in occasione della Conferenza dei rettori delle università mi farò personalmente capofila di una mobilitazione seria che arrivi fino al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, per mettere in campo tutto quanto possibile per arginare questo spiacevole fenomeno». Poi una valutazione sul fenomeno: «Per quanto riguarda gli studenti che scelgono di comprare una tesi, ricordo che quanto fanno è scorretto, prima di tutto nei loro confronti. È un momento cruciale della loro vita, una carta che decidono di far giocare agli altri e non tenere per loro. Capisco le difficoltà di chi magari lavora, ma meglio metterci qualche mese in più e fare la tesi da soli. Anche perché poi ci penserà la vita a misurare il loro valore. A tutti gli studenti faccio appello perché diano la massima collaborazione: la "sanzione sociale" è fondamentale in casi come questi per porre freno al malcostume, che spero tutti condannino senza sé e senza ma».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova