Thron, da Piazzola sfida i colossi della Silicon Valley

PIAZZOLA SUL BRENTA. Un ex boy scout smanettone, un edificio di inizio Novecento che ha ospitato una scuola elementare e un’idea alquanto ambiziosa. Come in tutte le storie di successo, gli ingredienti, a prima vista, sono semplici. A fare la differenza, però, sono spesso le idee e la determinazione. Nicola Meneghello, 37enne padovano di Piazzola sul Brenta, più di una volta si è sentito dire «non si può realizzare». E a furia di sentirselo dire ha messo in piedi proprio a Piazzola sul Brenta, di fronte a Villa Contarini, un’azienda che realizza software arrivata a fatturare 4 milioni di euro con una crescita del portafoglio ordini che quest’anno fa segnare più 130 per cento.
«Abbiamo davanti una sfida pazzesca perché i nostri competitor sono i grandi brand del software a livello mondiale», racconta Meneghello che nel 2000 ha fondato Thron insieme a Dario De Agostini, oggi responsabile tecnico. «L’unico modo per vincere questa sfida è puntare sulle persone. Stiamo costruendo una squadra di fuoriclasse e alla guida di questo team c’è Rick Belluzzo, ex direttore operativo in Microsoft». È così che Meneghello, dal quartier generale di Palazzo Negrelli (ex sede di una scuola elementare che l’azienda ha restaurato), ha lanciato la sfida ai colossi della Silicon Valley. «Avevamo come competitor Oracle o Cisco. L’unico modo per poter ottenere clienti era realizzare quello che gli altri non riuscivano a fare». La visione è stata quella di capire che il digitale sarebbe diventato il principale canale delle relazione fuori e dentro le aziende. E per questo Nicola e Dario sviluppano un software in grado di gestire tutte le relazioni tra persone che avvengono in via digitale. Un prodotto che si pone dietro alle altre piattaforme e che è in grado di prendere tutto quello che c’è, accentrando tutte le informazioni senza replicarle in giro, analizzando come vengono utilizzate. In inglese si chiama digital asset management, un prodotto in grado di gestire tutto il patrimonio digitale aziendale (immagini, documenti e filmati) senza porsi in contrasto con le più note e utilizzate piattaforme. «Non abbiamo fatto la guerra agli altri, ci siamo integrati».
Thron conquista così clienti del calibro di Valentino, Furla, Maserati, GlaxoSmithKline, Canon e Generali. Fedele al made in Italy, l’azienda sviluppa esclusivamente i suoi prodotti con risorse interne (oltre a Piazzola ha sedi anche Milano e Londra). In perfetta controtendenza, e non trovandosi nella Silicon Valley, Meneghello e De Agostini iniziano a portare a Piazzola cervelli italiani in fuga e talenti assoluti. Da Debora Marocchino, responsabile degli eventi in American On Line e poi marketing director a Invision, e Thibaut Mallet, partner manager in Oracle e poi in Alfresco. Ma hanno convinto anche diversi “cervelli italiani” fuggiti all’estero a rientrare in patria.
Thorn oggi occupa circa sessanta persone con un’età media di 32 anni. «Perché una software house a Piazzola? Ci sono nato, ho la mia famiglia e i miei amici. Sono valori che io metto davanti a tutto. Per molti, anche nel mondo del digitale, la molla è quella di riuscire a fare molti soldi in poco tempo. A me piace pensare di poter costruire qualcosa. E poi vuoi mettere...». È ora di pranzo. Nicola esce dalla sede, attraversa il mercato di fronte a Villa Contarini, e torna con una paio di banane. «Qui sono a casa».
m.marian@mattinopadova.it
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova