«Toglierlo dal territorio prima che sia tardi»

megliadino san vitale
Recidere i suoi rapporti con il territorio prima che sia troppo tardi. Il gip Pietro Mondaiani definisce esigenze cautelari di massimo livello quelle che riguardano Giuseppe La Rosa, ex pentito di mafia trapiantato in Veneto e scoperto a gestire un giro di aziende con il solo scopo di evadere l’Iva tramite fatture false. È lui, ormai da anni residente a Megliadino San Vitale con moglie e figlia, il boss che manovrava tutta l’organizzazione.
pericoloso
“All’evidenza la sua pericolosità è massima con riguardo alla prospettiva di reiterazione di gravi illeciti anche con armi, nonostante l’eterogeneità delle violazioni qui contestate rispetto a quelle per le quali vi è pregiudizio (. . .) ”, specifica il gip nell’ordinanza che ha dato origine al blitz con sette misure cautelari e 21 indagati. Dieci milioni di euro sottratti al Fisco con il sistema delle società cartiera, nel mondo del commercio di pellet. Giuseppe La Rosa, sicliano, era autista e luogotenente di Balduccio Di Maggio. Nel 2007 è uscito dal programma di protezione e si trasferito a Verona, dove ha iniziato a muovere i primi passi nel settore imprenditoriale. Ma è a Megliadino San Vitale, insieme alla figlia Rossana, che ha messo in piedi questa “holding” delle fatture false.
“Nello specifico occorre osservare che le precedenti condanne non hanno sortito alcun effetto social preventivo, posto che dopo aver scontato la pena La Rosa ha deliberatamente deciso di dedicarsi al delitto in termini decisamente gravi”, scrive ancora il giudice “Sussistono nei suoi confronti esigenze cautelari di massimo livello da soddisfarsi soltanto mediante l’applicazione della custodia in carcere. Solo la recisione radicale dei rapporti con l’esterno potrà soddisfare le esigenze cautelari”.
il commercialista
Gli investigatori della Guardia di Finanza di Padova hanno individuato in Nicola Silvestrini, commercialista di Legnago (Verona) e iscritto a Fratelli d’Italia. Il professionista ora ha l’obbligo di firma ma respinge ogni accusa. L’obiettivo degli investigatori delle fiamme gialle è di capire quando vasto fosse il giro di La Rosa, se Silvestrini fosse l’unico di cui si avvaleva per gli stratagemmi contabili o se ci sono altri professionisti che si sono messi a lavorare con lui. I prossimi mesi saranno decisivi per sviluppare tutte le informazioni raccolte con intercettazioni telefoniche e ambientali.
i padovani
La Rosa si avvaleva di collaboratori che metteva alla testa delle aziende. Tre di questi abitano in provincia di Padova, tra Ponso, Montagnana e Casale di Scodosia. I finanzieri cercheranno di comprendere il reale raggio d’azione di quest’uomo. —
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