La parabola della Torre Belvedere a Padova, da appartamenti d’élite a case del malaffare
Nelle scorse ore sequestrato un b&b abusivo nel grattacielo azzurro costruito negli anni Sessanta da Cattolica Assicurazioni. L’attico era di Manzo, sospettato di legami con la camorra. Gli alloggi costati mezzo miliardo di lire, oggi all’asta a 50 mila euro

Quando si varca la soglia del lungo androne di Torre Belvedere si ha la sensazione di entrare in palazzo di tutto rispetto, dove regnano le regole della civile convivenza. Le due entrate hanno porte che vengono aperte con un telecomando e si chiudono automaticamente, c’è il portiere e tutto è in perfetto ordine.
Negli anni però sono profondamente cambiati gli inquilini (non tutti) dei 72 appartamenti suddivisi in 18 piani del grattacielo azzurro. Ora è un palazzo multietnico: ci sono cinesi, bengalesi, pakistani, africani, cittadini dell’Europa dell’Est e anche qualche italiano, compresi tre studi legali associati.
Qui abitò per anni un inquilino particolare nell’attico all’ultimo piano dalle cui finestre si domina la città: Francesco Manzo, al quale nel 2015 erano stati confiscati e poi restituiti beni per 130 milioni di euro. L’uomo era sospettato dagli investigatori di essere legato alla camorra, il clan Loreto della Nuova Famiglia, a Padova per riciclare denaro nel Nord Est.
Il palazzo è stato costruito negli anni ’60 dalla Cattolica Assicurazioni, ma nell’ultimo decennio le proprietà si sono molto frammentate. Acquistare qui non era facile, serviva un buon reddito. Un inquilino ha raccontato al nostro giornale che per comperare l’appartamento aveva dovuto farsi raccomandare oltre che sborsare 450 milioni di lire.

Da una dozzina di anni però polizia e carabinieri fanno continui blitz nello stabile e portano sempre a casa denunce e sequestri. L’amministratore dell’edificio a dir poco complicato è Fabio Bean che ai giornalisti risponde: «Per decisioni assembleari non si rilasciano informazioni».
È del 2006 la prima protesta importante. Ben 46 proprietari firmano una petizione per chiedere l’intervento dell’amministratore: denunciano che all’interno di alcuni appartamenti risiedono terze persone, soprattutto africani e cinesi, e non i proprietari. Ci sono i primi casi di prostituzione e cattive frequentazioni. Uno dei momenti decisivi per il futuro del palazzo è stato nel 2019 quando sono andati all’asta diciassette appartamenti a prezzi decisamente concorrenziali.
La proprietà esecutata era una sola, ma si sono potuti comperare singolarmente. Sono arrivati anche dei proprietari cinesi, il posto è comodo a due passi dalla stazione dei treni e dal terminal dei bus. Per oltre 100 metri quadri e cantina bastavano 50 mila euro.
Nel 2015 c’è stato un maxi sequestro cautelativo di 40 appartamenti. La società che forniva il gas aveva sospeso la fornitura per un debito complessivo di 150 mila euro. E per settimane tutti gli inquilini erano rimasti al freddo, anche chi pagava regolarmente le spese centralizzate.
I 22 posti letto abusivi in un appartamento non sono il record, la storia recente racconta di blitz delle forze dell’ordine per b&b abusivi e diversi fenomeni di spaccio. Nel 2019 in un solo blitz furono identificati diciassette clandestini e fino a 24 posti letto ricavati in un alloggio. All’interno degli appartamenti negli anni sono stati trovati anche bische clandestine cinesi, affittacamere irregolari, persino una donna cinese costretta e prostituirsi e segregata 50 giorni dal suo aguzzino.
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