Esplosione della torre idrica di Cadoneghe: una donna si sente male, un'altra colpita da un sasso
Alle 9.50 di giovedì 6 marzo è stata fatta brillare la torre piezometrica dell’acquedotto di via Augusta in località Bagnoli: «Operazione complessa». Costo 200mila euro

Sono le 9.50 di oggi, giovedì 6 marzo, quando dopo tre squilli di corno viene fatta implodere la torre piezometrica dell’acquedotto di via Augusta in località Bagnoli di Cadoneghe, con 230 chili di esplosivo caricato sulle strutture portanti di cemento armato.
Il boato è fortissimo e viene percepito in un raggio di una decina di chilometri. Il personale di servizio e i circa 60 sfollati che si trovano a distanza di sicurezza, in parte sul parcheggio e in parte all’interno della storica trattoria Da Gambaro, quando il sindaco di Cadoneghe Marco Schiesaro aziona da una distanza di circa 100 metri il detonatore vivono momenti di panico.
Una donna si sente male e chiede ai titolari della trattoria un bicchiere d’acqua, un’altra viene investita da un sasso che le crea un modesto rossore alla spalla sinistra. Nulla di grave.
Sono attimi concitati, l’effetto dell’esplosione è quello di una forte scossa di terremoto che fa tremare la terra sotto i piedi. La deflagrazione fa saltare alcuni vetri delle finestre delle case tutt’intorno l’ex serbatoio che sono state preventivamente evacuate.
«È stata una operazione complessa per come era costruita la torre», spiega Gianluca Botti, responsabile della comunicazione della Nitrex di Lonato del Garda (Brescia), la ditta che ha eseguito per conto di Etra la demolizione. Costo 200 mila euro.
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