Tram, i progetti sono da buttare Per Aps perdita di 450 mila euro

I progetti del tram sono, in buona parte, da buttare. E per Aps Holding, società controllata al 99% dal Comune, il cambio di indirizzo voluto dal sindaco Massimo Bitonci da un mezzo su rotaia a un filobus elettrico si traduce in una perdita secca di 450 mila euro.
È la svalutazione inserita nel bilancio 2015 e che contribuisce a portare il conto economico dello scorso anno in perdita per 1.187.905 euro. Tra i motivi del rosso ci sono anche un procedimento legale e il “buco nell’acqua” dei monitor sui bus.
Il bilancio 2015. Per Aps Holding il 2015 è un anno di svolta: il 1 maggio si concretizza la fusione con BusItalia e la società cede il ramo dei trasporti alla newco controllata dal Gruppo Ferrovie. Aps Holding dunque vede ridursi il suo personale da 526 a 17 dipendenti. E rimane a occuparsi, per conto di Palazzo Moroni, di pubbliche affisioni e pubblicità, della gestione degli autovelox in tangenziale, e ancora dei parcheggi, dell’impianto di cremazione in cimitero e del car sharing (questi ultimi servizi attraverso la controllata Aps Opere e Servizi, che chiude il 2015 con un attivo di 1.841.102 euro). Sgravata del peso del trasporto pubblico, a Palazzo Moroni speravano che la società chiudesse il bilancio con il segno più. Così non è stato e il consiglio di amministrazione, guidato dal presidente Paolo Rossi, si è affrettato ad aggiungere una nota in cui «ritiene doveroso informare i soci sulle poste straordinarie che hanno contribuito al risultato negativo».
I progetti del tram. Nei bilanci degli scorsi anni c’erano tra le immobilizzazioni in corso i progetti per altre quattro linee di tram (Sir 2-3-4-5) dal valore di 2,5 milioni di euro. Ma, lo scorso maggio, la giunta ha formalizzato quanto annunciato dal sindaco Bitonci: stop al tram, si farà il filobus. A questo punto la società ha deciso di svolgere una verifica sui progetti per «valutarne la fruibilità nell’ambito della diversa soluzione prospettata». Se possono essere salvati gli studi su assetto urbanistico, viabilità e impatti ambientali, c’è una buona parte dei progetti che va letteralmente buttata. «L’importo di tale svalutazione, a seguito di un’analisi redatta dal direttore generale ed esperto del settore (Umberto Rovini, ndr), è risultata essere di 450 mila euro», si legge nella relazione al bilancio.
Le altre perdite. Per superare il milione di passivo però ci sono anche altre cause di perdite per la società. E il cda di Aps Holding le elenca. Come i 316 mila euro versati a BusItalia Veneto per l’aumento deciso nel rinnovo del contatto collettivo degli autoferrotranvieri.
Ma c’è anche il “buco” dei monitor: 70 schermi acquistato nel 2007 per 650 mila euro per fare pubblicità all’interno degli autobus. Fino al 2012 c’era un contratto di concessione per 30 mila euro annui, dopo però i ricavi non hanno mai superato i 9.600 euro all’anno.
Infine c’è anche una transazione con Intermedia srl (società del presidente di Confesercenti Nicola Rossi) che ha ottenuto il riconoscimento di crediti commerciali per 275 mila euro.
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