Tram-lumaca, oggi a Padova ci mette dieci minuti in più
PADOVA. Il tram è più lento di dieci anni fa. Da nord a sud ci mette 10 minuti in più. Sembra incredibile ma è così, colpa di una serie di interventi sulla viabilità che hanno rallentato la corsa del “serpentone blu” che nonostante resti mezzo veloce, sicuro e quasi sempre puntuale, non è più lo stesso di prima. Sembra mancare anche la sincronizzazione semaforica: il Sir1 non cattura più il verde ed è costretto a fermarsi più volte tra una fermata e l’altra per dare la precedenza alle auto o ai pedoni che attraversano la strada sulle strisce zebrate.
Il tram lumaca. Tant’è che il tempo di percorrenza, sulla tratta di 10,5 chilometri da Pontevigodarzere alla Guizza, è passato da 40 a 50 minuti. Con il risultato pratico che, specialmente nel tratto che va dalla fermata di Ponti Romani a quella della stazione, sono sempre più numerosi i passeggeri che scelgono di raggiungere la stazione a piedi. «Il problema esiste ed è reale – sottolinea Sandro Lollo, autista del tram per nove anni ed oggi conducente dei bus suburbani, nonché vicesegretario di Fit-Cisl – Sono mesi che noi sindacalisti del settore chiediamo al Comune di modificare la viabilità cittadina privilegiando il passaggio del tram e degli altri mezzi pubblici. Così com’è adesso il sistema semaforico va a vantaggio dei mezzi privati».
I punti critici. «A quando il ritorno, che ci era stato già promesso, dell’onda verde per il mezzo pubblico, che era in vigore ai tempi di Flavio Zanonato e Ivo Rossi?», prosegue l’autista-sindacalista, che fa l’elenco dei punti critici della tratta.
Per prima cosa il nuovo semaforo che è stato installato in piazzale stazione durante l’amministrazione Bitonci. In pratica la riapertura al traffico del “boulevard” davanti all’hotel Monaco e all’ex sala Snai (oggi chiusa) è stata realizzata regolando con un semaforo l’intersezione con i binari del tram. In caso di rosso dunque il mezzo pubblico è costretto a fermarsi per oltre un minuto.
Alla Guizza invece c’è la “rotatoria semaforizzata” che regola l’incrocio tra via Guizza e via Santa Maria Assunta, anche questa eredità della precedente amministrazione. E anche in questo caso un semaforo in più per il tram.
Altro punto da cerchiare in rosso è l’ultimo tratto di corso Vittorio Emanuele II, in direzione Santa Croce. Un tempo le auto erano deviate in via Diaz e poi in via Santa Maria in Vanzo, lasciando campo libero al tram, che invece oggi è costretto a incolonnarsi a causa della convivenza con il traffico privato.
Semafori non sincronizzati. «La velocità commerciale, per ovvi motivi, era diventata l’immagine stessa della città che corre e si proietta verso il futuro», chiarisce il sindacalista della Cisl. Oggi non è più cosi e pare non funzionare neppure la precedenza semaforica per il mezzo pubblico.
«Tra via Guido Reni e via Tiziano Aspetti ci sono numerosi semafori – racconta Lollo – Una volta il tram non incontrava nessun rosso ed andava via che era una bellezza. Adesso invece in due chilometri di percorso trova sempre il rosso e si ferma ai passaggi pedonali, come se non ci fosse nessuna differenza tra auto privata e mezzo pubblico su rotaia. Il tram dovrebbe tornare a circolare con le stesse modalità di quattro anni fa. A quando un intervento organico da parte della nuova amministrazione in stretta collaborazione con i dirigenti di BusItalia?».
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