Tram Padova: "Ecco le prove, parco Iris intatto"
Lorenzoni mostra la simulazione di Net. «La ciclabile resterà e sarà migliorata. Pensiamo a un collegamento con il Sir1»
PADOVA. «Non è ancora escluso il percorso su via Facciolati, ma i tecnici ritengono che l’ipotesi per via Sografi sia la migliore per vari aspetti e quindi è molto probabile che ci spenderemo per quella. E comunque, voglio assicurare una volta per tutte i padovani sul fatto che il parco Iris verrà triplicato e il tram non ci passerà in mezzo, mentre la pista ciclabile non solo rimarrà ma verrà resa ancora più efficiente. Basta vedere le immagini». Dopo mesi di indugi, il vicesindaco Arturo Lorenzoni inizia a tirare fuori una alla volta le carte che riguardano il progetto del tram abbandonando (seppur con un certo rammarico) l’idea che il mezzo possa transitare per via Facciolati.
BARON-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-PRIMO CONSIGLIO COMUNALE. LORENZONI
Parco Iris e ciclabile. Dalle immagini di come sarà il nuovo tram che collegherà la stazione a Voltabarozzo – secondo lo studio Net Engineering – emerge come le rotaie non attraverseranno il parco Iris, ma lo sfioreranno appena dalla parte di via Canestrini. Il parco avrà una fermata tutta sua, e proprio alle spalle della banchina passerà la pista ciclabile, che quindi non scomparirà come molti esponenti dei “no-rotaie” continuano a sostenere, ma semplicemente verrà leggermente spostata. «Prima di farci passare il tram riqualificheremo completamente la pista ciclabile, che quindi sarà decisamente migliore rispetto a quella di oggi – garantisce Lorenzoni –. Sarà un percorso moderno e con l’erba tra le rotaie come nelle grandi città europee. Questa è una grande sfida per Padova e nonostante le polemiche, questo tempo e quello che manca per chiudere la convenzione è indispensabile per ripensarla».
Fermate. Saranno 12 in tutto, escludendo il capolinea a Voltabarozzo. Partenza stazione e poi fermate previste a Pace (zona Tempio), Gozzi, Morgagni, Ospedale Civile, Sografi, Forcellini, Sant’Antonio, Parco Iris, Cornaro, Sgaravatti e Voltabarozzo. Subito dopo ci sarà il capolinea. Su questo percorso quindi è stata aggiunta una nuova fermata all’ospedale Sant’Antonio non prevista inizialmente, il parcheggio al capolinea sud di Voltabarozzo, la razionalizzazione dei tratti con linea aerea di contatto (via Morgagni e Iris), e la riduzione del numero delle sottostazioni elettriche (da quattro a tre). «Se la scelta dovesse definitivamente ricadere su questo percorso sarà perché in via Facciolati ci sono 54 incroci contro i 38 di via Sografi, un traffico più intenso, e tempi del cantiere meno lunghi e costosi» ha precisato il vicesindaco.
Mezzi. Lo studio di Net Engineering si nasa sul Translohr 2.0 costruito dall’azienda francese Alstom, ossia quello che già vediamo in città da quasi 10 anni ma in versione aggiornata. «Assolutamente. Sarà un’evoluzione frutto dell’indutrializzazione di cui ha beneficiato entrando nel gruppo Alstom e che ci permetterà anche di eliminare le catenarie in via Morgagni e nella parte adiacente al parco Iris» ha assicurato Lorenzoni, che non ha escluso di portarlo a 4 casse e quindi più lungo di quello attuale: «Le infrastrutture saranno progettate su quel modello (quindi le banchine saranno predisposte per un tram a 4 carrozze, ndr), che tra l’altro non avrebbe nessun tipo di problema in curva com’è stato detto. Questa però sarà una scelta che faremo in futuro. Una cassa in più costa circa 800mila euro, ma senza vorrebbe dire acquistare più mezzi. Quindi bisogna fare un’analisi precisa sui costi-benefici».
Sistema con Sir 1. Nella mente di Lorenzoni poi c’è anche l’idea di creare una rete con l’attuale percorso, evitando ai passeggeri di scendere da un tram per prenderne un altro: «Stiamo valutando l’ipotesi di unire in qualche modo le linee, e fare in modo che alcune corse portino, per esempio, direttamente dall’Arcella all’ospedale. Poi ci piacerebbe che la Regione investisse una decina di milioni per comprare due treni e collegarli con la zona industriale. Lì c’è già tutto, servono solo i mezzi».
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