Trapianti, il record veneto e l'eccellenza di Padova

I segreti di una macchina quasi perfetta: sanità doc, generosità, organizzazione e sinergie. Le liste d'attesa e l'avanguardia sul rene pediatrico. Le cifre e le storie

Veneto, capolista d'eccellenza

Per la donazione e il trapianto di organi e tessuti, il 2017 è stato un anno record, con indicatori in aumento in tutta Italia rispetto al 2016 ma, in questo quadro, il record dei record è del Veneto, le cui percentuali di crescita sono ben superiori a quelle nazionali, pur positive.

Merito di un’organizzazione sanitaria di qualità, di un Centro Regionale Trapianti efficiente, di una stretta collaborazione tra il sistema istituzionale, in particolare Regione e Comuni, e le organizzazioni del volontariato, con l’Associazione Italiana Donatori Organi (Aido) a fare la parte del leone.

A Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, l’Assessore alla Sanità Luca Coletto, la Presidente nazionale AIDO Flavia Petrin e quella regionale Bertilla Troietto hanno presentato i dati aggiornati sull’andamento del settore della donazione e del trapianto.



Emergono tre record nazionali per il Veneto. Il primo è stato quello delle donazioni, passate, dal 2016 al 2017, da 146 a 196, con un aumento del 34,2%, a fronte di una crescita nazionale del 15,8%. Il secondo riguarda I trapianti effettuati, passati  da 590 nel 2016 a 646 nel 2017 (più 9,5% rispetto al più 6,8% nazionale). Terzo record veneto, particolarmente significativo, è quello dei dinieghi alla donazione, che in Italia sono calati dal 32,8% del 2016 al 28,5% del 2017, ma in Veneto hanno fatto registrare la percentuale di “no” più bassa in assoluto: il 15,6% nel 2017, contro il 27,3% dell’anno precedente.

Con l’aumento delle donazioni e dei trapianti e la diminuzione dei dinieghi, il Veneto è riuscito anche nell’impresa di abbassare le liste d’attesa, scese da 1353 pazienti nel 2016 a 1296 nel 2017, con una diminuzione del 4,3%.

“Il Veneto deve essere orgoglioso dei dati raggiunti – ha detto la Presidente Nazionale di Aido Petrin – anche perché in questa Regione la collaborazione istituzionale ha raggiunto livelli eccellenti: Regione e Comuni interagiscono quotidianamente con noi e hanno fatto sì che Aido sia divenuto parte integrante e ufficiale della filiera. I risultati numerici e percentuali sono eloquenti, e sono determinati proprio dal lavoro di squadra, che parte da molta informazione, passa per la generosità della gente e arriva in un sistema sanitario ben organizzato. Siamo tutti operativi h24 per 365 giorni all’anno”.



“Sono orgoglioso di queste due donne – ha esordito Coletto riferendosi alla Petrin e alla Troietto: sono due venete, e comandano sia a livello nazionale che regionale quella che definirei una corazzata dell’altruismo e del volontariato. Le Istituzioni fanno bene la loro parte. Come Regione mettiamo in campo un’organizzazione capillare e ai massimi livelli scientifici e tecnologici, l’efficienza dei Centri Trapianti di Padova, Verona, Treviso e Vicenza, investimenti continui in tecnologie e professionalità. I Comuni e le Ullss stanno collaborando con sempre maggiore impegno alla raccolta delle dichiarazioni di volontà. Ma tutto questo non servirebbe a nulla senza il grande cuore dei veneti che, anno dopo anno, aggiornano i loro record di generosità. Quindi, prima di tutto, grazie a tutti i cittadini del Veneto”.

Coletto, Petrin e Troietto hanno unanimemente posto l’accento sulla possibilità di fare ancora meglio, lavorando sulla diffusione di conoscenza e cultura della donazione e del trapianto e rafforzando i sistema di raccolta delle volontà.

L’adesione alla donazione può essere espressa da anni rivolgendosi all’Aido (anche per via informatica) e alle Ullss, ma sta avendo successo anche il recente Progetto “Una Scelta in Comune”, che Aido ha lanciato in collaborazione con i Comuni per rendere possibile alla gente l’espressione di volontà a donare nel momento del rinnovo della carta d’identità.

In Veneto vi hanno già aderito 202 Comuni, che hanno già registrato 83.415 dichiarazioni, delle quali 69.301 favorevoli alla donazione. I Comuni che hanno aderito sono 50 in provincia di Vicenza, 36 a Treviso, 30 a Venezia, 26 a Padova, 24 a Verona, 21 a Belluno e 15 a Rovigo. Proprio in questi giorni, il totale delle dichiarazioni complessivamente raccolte in Veneto ha superato quota 300 mila, arrivando a 300.062.

Il quadro nazionale: Toscana doc

Crescono i donatori di organi e i trapianti in Italia, arrivati lo scorso anno a livelli record. Lo afferma il report sull'attività del 2017 pubblicato dal Centro Nazionale Trapianti sul sito del ministero della Salute.

Secondo le cifre presentate le donazioni complessive, sia da cadavere che da vivente, sono state 1763, mentre nel 2016 erano 1596 e complessivamente sono sempre in crescita dal 2013. Lo scorso anno si sono avuti 1437 donatori (in aumento del 16% rispetto all'anno precedente), a fronte di 2738 accertamenti di morte, che invece segnato un aumento del 10,5%.

Per quanto riguarda i dati regionali è la Lombardia la regione con più donatori (287), seguita da Toscana (229) e Veneto (196), mentre se si guarda al dato per milione di abitanti al primo posto c'è la Toscana, seguita da Friuli venezia Giulia e Veneto. Calano leggermente le opposizioni al trapianto, passate dal 32,8% al 28,7%, con Puglia, Abruzzo, Calabria e Liguria sopra il 40%.

Numero da record anche per i trapianti, che sono stati 3950 nel 2017, mentre l'anno prima erano stati 3698, divisi in 1934 di reni, 1296 di fegato e 265 di cuore, a cui si aggiungono 39 di pancreas. Anche in questo caso si registra un aumento continuo dal 2013, dopo qualche anno di stagnazione. Per quanto riguarda le liste d'attesa, infine, al 31 dicembre 2017 erano in attesa di un organo 8807 pazienti, per il 73% di un rene, per l'11,5% di un fegato, per l'8,5% di un cuore. Il numero è sostanzialmente stabile per tutti gli organi, con una lieve diminuzione per i reni e un leggero aumento per i pazienti in attesa di un cuore.

Orgoglio veneto: ecco perché

«Con orgoglio, semplicemente grazie ai sanitari e ai donatori veneti. Senza la loro professionalità e
generosità non avremmo potuto mettere in piedi una macchina salvavita di questa entità»: così  il Presidente della Regione, Luca Zaia, commenta gli esiti del report nazionale trapianti 2017, diffuso dal Ministero della Salute, che pone in evidenza le eccellenze del Sistema Regionale Trapianti del Veneto, con il Centro Trapianti di Padova sul «podio» con Torino e Milano e le donazioni effettuate nel 2017 che pongono i veneti al terzo posto con 196 donatori (furono 146 nel 2016) dopo la Lombardia (287 donatori) e la Toscana (229).



Dal punto di vista sanitario e organizzativo - sottolinea il presidente del Veneto - siamo di fronte a una macchina enorme e complessa, una delle poche che non si fermano letteralmente mai, attiva com’è 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, ma voglio sottolineare con gratitudine la generosità delle famiglie dei
donatori e lo sviluppo che sta avendo in questa nostra terra di brava gente la cultura della donazione».

«Un trapianto - conclude Zaia - è l’esito virtuoso di una tragedia, il più delle volte occasionale, ma le volontà di donazione espresse dai veneti sono il segno tangibile di una generosità evidenziata dai numeri. A fine dicembre 2017 le volontà di donazione espresse formalmente erano quasi 300 mila, delle quali 52.345 fatte nei Comuni, 22.309 nelle Ullss e 215.610 attraverso l’Aido. Il totale esatto ammonta a 290.264. Io dico 290.264 volte grazie».

Rene pediatrico: l'avanguardia

“Più di 500 bimbi e bimbe salvati e restituiti alla gioia di una vita normale. Festeggiamo un’epopea, partita nel lontanissimo 1987 quando, mentre il mondo scopriva per la prima volta i ‘Simpson’, pochi sapevano che in un ospedale di Padova cominciava un’incredibile sfida per la vita: il trapianto di rene pediatrico, allora pionieristico. Grazie ai clinici coraggiosi e lungimiranti di allora, grazie ai loro di discepoli di oggi, grazie a chi andrà avanti con loro e dopo di loro. Con orgoglio e riconoscenza, la Regione Veneto c’è e ci sarà sempre al loro fianco”.

Così l’assessore Coletto, intervenendo all’evento “Insieme per la vita! +500 trapianti di rene pediatrico 1987-2017” , organizzato dall’Azienda Ospedaliera di Padova per celebrare degnamente lo straordinario traguardo raggiunto di oltre 500 trapianti di rene pediatrico eseguiti dalla Nefrologia Pediatrica – Centro di Dialisi e Trapianto del grande ospedale padovano.



“Prima di ripartire verso nuovi traguardi – ha aggiunto Coletto – abbracciamo i 504, già quattro sopra quota 500 dei quali 65 riceventi da donatore vivente, bimbi trapiantati, i loro medici e le loro famiglie, ma rivolgiamo anche un pensiero di gratitudine per gli oltre mille genitori che hanno deciso di donare gli organi dei loro piccoli che non c’erano più.

"Poi evidenziamo dei record: primo Centro pionieristico in Italia, il più alto numero di trapianti eseguiti, il bambino trapiantato più piccolo d’Europa, e proprio quest’ultimo credo sia il simbolo di tutto: quando fu operato aveva 6 mesi di vita con poche chances di proseguirla e pesava 4 chili e mezzo.  Oggi ha 19 anni e mi dicono che vive una vita assolutamente normale”.

“Altre parole sarebbero superflue – ha aggiunto Coletto – se non quelle per dire che oggi Nefrologia Pediatrica – Dialisi e Trapianto di Padova è un’eccellenza sempre più qualificata a livello nazionale e internazionale, capace di accrescere in continuazione non solo la qualità scientifica, ma anche i suoi numeri di attività: dal 2016 al 2017, più 56% di trapianti, più 3,4% di ricoveri, più 5,2% di prestazioni totali incluse le dialisi, più 15% di biopsie. Tutti ‘più’ che significano più salute e più vita per tanti bimbi. Troppo bello per aggiungere altro”.



Ma dietro agli aspetti tecnici e numerici di questa eccellenza della sanità nazionale, veneta e padovana c’è tutta un’organizzazione caratterizzata da attenzione a 360 gradi.

Per questo motivo l'equipe  nefrologica pediatrica, oltre alle attività assistenziali pre e post trapianto,  accompagna i piccoli grandi bambini e le loro famiglie in un percorso che si avvale del contributo di psicologi, nutrizionisti e  sociologi.

Inoltre dal 2012 la Nefrologia Pediatrica ha ricevuto dalla Regione Veneto il riconoscimento per il  progetto "In viaggio per Crescere!". Il progetto è stato organizzato dalla dott.ssa Luisa Murer, responsabile della Unità di Nefrologia Pediatrica-Dialisi e Trapianto, in collaborazione  con Don Silvio Zanchetta,  responsabile del Movimento Giovanile Salesiano del Triveneto.

Questo progetto,  unico a livello nazionale, prevede ogni anno  l'organizzazione di Campi scuola sia  per i bambini e le loro famiglie sia per gli adolescenti, con la condivisone di  varie tematiche  non solo della salute ma soprattutto della qualità della vita.

Le liste d'attesa

In Veneto 1.295 persone stanno aspettando un trapianto di organo; 29 di loro sono bambini. Dietro i numeri tante storie di sofferenza e di speranza, di malati gravi che possono essere salvati grazie a un gesto di generosità, quello della donazione.

Nel territorio i donatori sono aumentati esponenzialmente raggiungendo nel 2017 il numero più alto degli ultimi 12 anni, con un conseguente incremento dei trapianti del 13%.

Oggi il Veneto è al top in Italia per numero di interventi, ma molto deve essere fatto per mantenere lo standard di eccellenza e per garantire una risposta veloce a chi sta male. A cominciare, spiega il cardiochirurgo Giuseppe Feltrin coordinatore del Centro regionale trapianti, dalla manifestazione della volontà di donare.




I numeri da podio. Il Veneto è la capitale del trapianto di rene con 172 interventi a Padova e 127 a Verona (rispettivamente al primo e al terzo posto della graduatoria nazionale); e ci sono anche gli ospedali di Treviso e Vicenza, entrambi con 39. Per il trapianto al fegato gli interventi sono stati 109 a Padova e 61 a Verona. Podio a Padova per il trapianto di cuore: 40 operazioni su un totale di 265, ma anche Verona è in classifica con 17. Il polmone vede ancora il Veneto ai posti alti della classifica italiana con 23 operazioni su 144 complessive.

Il polo di maggiore attività è Padova dove lavorano i big nazionali della trapiantologia, i luminari Umberto Cillo per il fegato, Paolo Rigotti per il rene, Federico Rea per il polmone, Gino Gerosa per il cuore. Per quanto riguarda i donatori utilizzati, essi sono stati 171. Ad oggi sono 321 mila i veneti che hanno espresso l’intenzione di donare gli organi dopo il decesso, di cui 82 mila in Comune. In aumento del 14% il numero di donatori di cornee.

Boom di donatori. «Lo scorso anno abbiamo raggiunto il numero di donazioni e quindi di trapianti più alto degli ultimi 12 anni nella nostra storia trapiantologica», spiega il dottor Giuseppe Feltrin, «L’incremento è di circa il 30% e i trapianti sono saliti del 13%. Nel 2017 abbiamo fatto 650 interventi di cui 551 da donatore deceduto. L’opposizione alla donazione è scesa al 16% contro una media nazionale del 28,7%».

Una sensibilità diffusa, grazie anche all’attività svolta nel territorio. «Si arriva a tutto questo per effetto della sinergia tra una pluralità di fattori», prosegue il responsabile del Centro regionale, «C’è una Regione estremamente attenta all’area trapianti, ci sono i luminari, ci sono coloro che si occupano della donazione, i cosiddetti coordinatori del trapianto, medici e infermieri con straordinaria empatia. E fondamentale il contributo delle associazioni di volontariato sul territorio».

Cosa va fatto. «Ma ora non si può stare con le mani in mano», avverte il dottor Feltrin. E la priorità è che i veneti dichiarino in vita la loro volontà rispetto alla donazione.

«Esprimendoci in vita togliamo l’onere ai parenti di doverlo fare per noi», afferma il cardiochirurgo, «Su questo stiamo lavorando: un canale che ci sta dando molta soddisfazione è quello dell’espressione di volontà in Comune, quando viene rilasciata o rinnovata la carta d’identità. Stiamo aiutando a formare gli operatori del Comune».

Gli altri sistemi di dichiarazione di volontà sono l’Urp dell’Usl, l’Aido, l’atto olografo, la carta delle associazioni. Sul fronte degli investimenti, l’attenzione è puntata alle macchine di perfusione che consentono di capire quanto funziona l’organo e di migliorarne la performance. «Sono un investimento importante in termini economici che consentirebbe di ampliare il fronte delle donazioni», sottolinea Feltrin.

Speciale a cura di Paolo Cagnan, articoli di Sabrina Tomè

 

 

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