Tre morti, 40 pazienti in Terapia intensiva

Ieri 472 contagi. Le vittime sono una 94enne di Padova, un 73enne di Tombolo e un 85enne di Vigodarzere

padova

È un segno più, che purtroppo non ha nulla di positivo, quello che caratterizza la contabilità del Covid 19 nel Padovano registrata nel bollettino emesso da Azienda Zero. Più contagi, più ricoveri e più vittime: il virus non dà tregua e continua la sua marcia seminando contagi e lutti.

Tre le vittime di ieri, un’anziana di Padova che era ricoverata nell’ospedale di Schiavonia e un uomo di Tombolo che era invece ricoverato a Cittadella. Sale così a 364 il numero dei decessi per Covid 19 nella nostra provincia, su un totale di 2.491 della regione.

Nelle ultime ventiquattr’ore i nuovo positivi rilevati tra città e provincia sono stati 472 su 2.665 casi nel Veneto. Attualmente i Padovani colpiti dall’infezione sono 7.749 su 38.446 veneti. Aumentano ancora anche i ricoveri che sono passati dai 210 di lunedì ai 214 di ieri. L’incremento interessa anche le Terapie intensive, dove i pazienti sono passati da 38 a 40. Nel dettaglio, ci sono 73 pazienti nel reparto di Malattie infettive e 18 nella Rianimazione in Azienda ospedaliera universitaria a Padova, 72 pazienti in area non critica a Schiavonia, dove salgono da 12 a 14 i positivi in Terapia intensiva, da 15 a 18 i ricoveri agli Infettivi di Cittadella, cinque in Rianimazione. Camposampiero conferma 5 ricoveri in Rianimazione a cui si aggiungono 11 ricoveri di pazienti positivi in condizioni non gravi nell’ospedale di comunità.

Le vittime del Covid di ieri sono un’anziana di 94 anni di Padova che era ricoverata all’ospedale di Schiavonia, il 73enne Franco Palliotto di Tombolo e un ex ristoratore di Vigodarzere, l’85enne Alberico Tiso, già titolare di una celebre trattoria che portava il suo nome. Palliotto si è spento dopo aver lottato per 15 giorni contro il Covid. Era sposato con Milena Prane, lascia anche i figli Romina e Francesco. Le sue condizioni sono precipitate velocemente: era ricoverato nell’ospedale di Cittadella da un paio di settimane, i primi esami medici hanno accertato che era leggermente positivo al Covid-19; nel corso degli ultimi giorni - purtroppo - le sue condizioni si sono aggravate, fino alla morte. Per anni ha fatto l’autista di camion e poi, insieme alla moglie ha portato avanti un’azienda di tappezzeria per sedie, al cui timone c’è ora il figlio Francesco. È la “Prane design” che porta il cognome della moglie della vittima. «Amava la montagna, gli piaceva molto andare a funghi, e poi era legatissimo alla famiglia», ricordano i suoi cari, che descrivono «un uomo buono, che ha fatto del bene a tutti». —

elena livieri

silvia bergamin

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova