Tre pietre d'inciampo davanti alla sinagoga tedesca di Padova e una davanti al Santo

Le prime per Celina Trieste, Guido Usigli e Ester Giovanna Colombo. L'altra per padre Placido Cortese. Il sindaco Giordani: Il ricordo è fondamentale affinché la storia drammatica non si ripeta

PADOVA. Tre pietre d'inciampo davanti alla sinagoga tedesca, in via delle Piazza. Più una per padre Placido Cortese in piazza del Santo. Il ricordo dell'Olocausto batte anche il Covid e nelle iniziative verso la Giornata della Memoria il Comune assieme alla comunità ebraica ha voluto celebrare il ricordo dei deportati padovani Celina Trieste, Guido Usigli e Ester Giovanna Colombo.

La prima fu uccisa nella risiera di San Sabba (l'unico campo di concentramento italiano, a Trieste) assieme a un altro gruppo di ebrei proveniente dall'ospedale psichiatrico di San Clemente a Venezia, "per aver dichiarato di non poter sopportare il viaggio di deportazione".

Usigli fu arrestato a Padova e deportato nel campo di sterminio di Auschwitz. Anche Ester Giovanna Colombo era nata a Padova ma fu arrestata a Olgiate, nel Comasco, e deportata a Auschwitz.

La storia di padre Placido Cortese, frate della basilica del Santo, invece è già molto nota: fu incarcerato, torturato e ucciso nella sede della Gestapo a Trieste.

La sua "pietra d'inciampo" è stata collocata appena oltre il sagrato della Basilica, davanti all’ingresso dell’ex Museo Civico, dove l’8 ottobre 1944 padre Cortese fu chiamato con l’inganno, venne fatto salire in una macchina che in quel punto stava ad attenderlo e che lo avrebbe portato a Trieste.

Alla presenza del Prefetto Renato Franceschelli, il sindaco Sergio Giordani e il vicepresidente della Provincia Vincenzo Gottardo, si è svolta quindi la cerimonia insieme al presidente della comunità ebraica, Gianni Parenzo. "Il ricordo è fondamentale affinché la storia drammatica non si ripeta. E' importante soprattutto per i più giovani, che hanno studiato sui libri questa tragedia ma che magari non sempre hanno la consapevolezza della gravità di ciò che è accaduto in quel triste periodo storico" le parole del primo cittadino.

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