Tredicenne salvata dal trapianto di cuore a Padova

Colpita da una rara miopatia genetica, la ragazzina ha atteso per tre anni un donatore. Ora il lieto fine
I cardiochirurghi Tarzia e Gerosa
I cardiochirurghi Tarzia e Gerosa

PADOVA. Il cuore aggredito da una malattia rara, una miopatia miofibrillare causata dalla mutazione di un gene, tuttora senza cura, il primo caso del genere in Italia, il tredicesimo al mondo, che porta a un irrigidimento di tutti i muscoli e apre un futuro di incognite. La speranza arriva con il trapianto al policlinico universitario di Padova. E lei, una ragazzina vicentina di 13 anni, sempre gioiosa, sorridente, entusiasmo straordinario, piena di vita, con la curiosità di crescere, solo qualche momento di stanchezza, la voglia di tornare a casa, di rivedere la sua cameretta, di accarezzare la cagnolina. La giovanissima paziente abita a Tezze sul Brenta, quest’anno ha frequentato la terza media, ha tante amiche che le vogliono bene, un fratello, studente di un istituto alberghiero, che l’adora, e due genitori coraggiosi che la vegliano come un tesoro.

Una storia toccante, che inizia nel 2015. La bambina, vispa, simpatica, coccola che più non si può, affezionatissima ai suoi, frequenta la quinta elementare. Un giorno non si sente bene. E la mamma la porta dal medico di base e poi all’ospedale «Dovete portare subito vostra figlia a Padova. La cosa non è semplice», l’avviso.

È la prima avvisaglia di una calvario che papà e mamma affrontano con una forza d’animo e una determinazione incredibili. Per loro il policlinico di Padova diventa una seconda casa. È la docente di cardiologia pediatrica Ornella Milanesi a riceverli. Per la ragazzina, seguita dai medici Biagio Castaldi e Alessia Cerutti, è il primo ricovero. La diagnosi fa tremare: cardiomiopatia restrittiva. Il cuore all’interno si ispessisce in misura anomala, va sostituito. L’adolescente entra in lista d’attesa, ci resterà quasi tre anni.

Fino alla sera del 23 maggio scorso, quando squilla il telefono. È la cardiochirurgia di Padova retta dal professor Guido Gerosa che, da Vincenzo Gallucci ad oggi, è all’avanguardia nel Paese. «Sono il dottor Vincenzo Tarzia. C’è un cuore disponibile. Preparate la valigia». A mezzanotte una seconda telefonata «Venite subito». Alle 8 del 25 maggio, la giovanissima entra in sala operatoria. Ne uscirà dieci ore dopo con un cuore nuovo. Ora i genitori hanno un desiderio: «Vorremmo conoscere la famiglia della ragazza donatrice per dire grazie».
 

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