Dodicenne investita dal treno merci a Padova: nessuna colpa per i due macchinisti

L’incidente avvenuto in via Friburgo a ottobre 2024 è costato la vita a una giovanissima ucraina che ha attraversato i binari con la sbarra abbassata. Scagionati dalla consulenza tecnica ordinata dal pm Roberto D’Angelo: procedevano sotto il limite di velocità

Cristina Genesin
La vittima Olesya Kypriyanchuk
La vittima Olesya Kypriyanchuk

Nessuna responsabilità in capo ai due macchinisti che, appena scorta una sagoma umana, avevano subito azionato il freno ma non erano riusciti a evitare l’investimento di una dodicenne di origine ucraina, Olesya Kypriyanchuk, studentessa nella Media Pacinotti.

Una dodicenne che, forse per tornare il prima possibile a casa nel quartiere di San Lazzaro, aveva attraversato i binari in via Friburgo passando sotto le sbarre abbassate, senza accorgersi di un’elettromotrice cargo in arrivo. Era il primo pomeriggio del 10 ottobre dell’anno scorso. I due macchinisti alla guida del treno andavano a 52 chilometri orari, ben al di sotto del limite di velocità di 60 previsto per quel tratto.

È la conclusione della consulenza tecnica firmata dall’ingegnere veronese Luigi Cipriani, specializzato in infortunistica stradale e ricostruzione meccanica di sinistri, e trasmessa al pubblico ministero padovano Roberto D’Angelo titolare dell’indagine.

Una consulenza che sgombra ogni dubbio per quanto riguarda l’operato dei dipendenti di Gruppo Ferrovie, un 65enne di Busto Arsizio e un 63enne di Novara, indagati per omicidio colposo ed entrambi difesi dall’avvocato romano Alessandro Benedetti. La loro posizione è stata chiarita.

E il procedimento penale per quanto li riguarda è destinato a essere archiviato. Ma l’inchiesta va avanti perché c’è da fare luce su altri aspetti della vicenda. Era adeguatamente segnalato il binario? E, ancora, c’erano idonei “mezzi di contenimento” ovvero il passaggio a livello era rispettoso delle norme di sicurezza previste?

La consulenza

Alle 14.22 del 10 ottobre scorso la sbarra del passaggio a livello è abbassata, segno che nessuno dovrebbe attraversare il binarii, come confermato da un filmato recuperato dalla telecamera di sorveglianza del Comune a qualche decina di metri di distanza, all’intersezione fra via Friburgo e via San Marco. È in arrivo un treno, partito dalla stazione ferroviaria e diretto all’Interporto.

La piccola, che sta rientrando a casa da scuola, si infila sotto l’ostacolo probabilmente per non essere costretta a una lunga attesa in quel percorso da lei ben conosciuto. Un percorso che fa al mattino, da casa alla Pacinotti dietro il centro commerciale Giotto, e poi al pomeriggio in senso inverso. Non si accorge dell’arrivo del treno merci che, a 52 chilometri orari, compie 200 metri in appena dodici secondi.

Quando i macchinisti vedono una persona, azionano il freno due secondi prima dell’impatto con la vittima trascinata per una ventina di metri: dalla scatola nera è stato accertato che il mezzo ha impiegato 12 secondi e sei decimi per fermarsi. Professionale il comportamento dei macchinisti che, appena si rendono conto dell’incidente, scendono chiamano i soccorsi. Olesya, scappata due anni prima dalla guerra in Ucraina assieme alla mamma, viene trasferita nell’Azienda ospedaliera in condizioni gravissime. Non c’è nulla da fare e alle 22 muore.

L’indagine va avanti

Il lavoro del consulente, però, non è concluso. Resta da accertare il rispetto delle norme di sicurezza e il sistema di protezione.

I binari erano adeguatamente protetti? E, ancora, perché non sono state installate le gabbie sotto le sbarre del passaggio a livello ovvero i grembiali che servono a impedire che la gente passi sotto quando sono abbassate in un punto in cui la viabilità cittadina è anche trafficata? Potrebbero esserci responsabilità del Comune o ancora del Gruppo Ferrovie? Tante le domande alle quali la procura sta cercando di rispondere. L’inchiesta non è conclusa.

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