Trovati i bossoli dei colpi esplosi per dare l’allarme

Il sindaco Moscardi convinto della buona fede del concittadino che ha usato la pistola per mettere in fuga i ladri. Nessuna denuncia contro di lui: avrebbe sparato in aria
Di Nicola Cesaro

STANGHELLA. Vede i ladri che assaltano la banca davanti a casa e spara sei colpi per scacciarli: il cittadino di Stanghella che domenica notte ha impugnato la pistola per ora non è al centro di alcun addebito penale. I carabinieri della Compagnia di Este che stanno ricostruendo l’accaduto devono ancora chiudere le indagini e, a ieri pomeriggio, l’autorità giudiziaria di Rovigo non ha aperto alcun fascicolo sul caso.

Gli spari e i dubbi. Il fatto è ormai noto: alle 3 di domenica notte una banda ha abbattuto con un carro attrezzi una parete della filiale Bancadria di via Mazzini, cercando poi di asportare la cassa bancomat. I malviventi hanno dovuto desistere per colpa di alcuni spari – sei secondo le testimonianze – esplosi da un residente che vive dall’altra parte della strada. La banda si è quindi dileguata, abbandonando carro attrezzi e bancomat sul posto. Le forze dell’ordine intervenute sul posto hanno dovuto subito sciogliere un nodo: il residente ha sparato in aria, per far desistere i malviventi, o ha sparato contro gli stessi assalitori? Il ritrovamento di quasi tutti i bossoli (pare almeno cinque) fa pensare che nessun colpo abbia raggiunto la banda o il carro attrezzi, e d’altra parte nessuna traccia di sangue è rimasta nel piazzale della banca. I carabinieri non hanno tuttavia confermato l’esito della prima perizia sul carro attrezzi: non hanno rivelato, in poche parole, se nella cabina o nel cassone del mezzo siano stati ritrovati fori. Fatto sta che nessuna denuncia è scattata ai danni del residente e il pubblico ministero di turno in Procura a Rovigo non ha ancora visionato gli atti.

La politica si spacca. L’episodio ha inevitabilmente scatenato un acceso dibattito, sia sul tema della sicurezza nel territorio sia sull’opportunità o meno di aver sparato. È perentorio il sindaco Sandro Moscardi: «Comprendo il senso di frustrazione di fronte a questi episodi e posso anche apprezzare il coraggio del mio concittadino, ma l’utilizzo dell’arma da fuoco resta a mio parere un fatto deplorevole. Volevo mettermi in contatto con lui, ma ho pensato di lasciarlo tranquillo in queste ore sicuramente tormentate. Una cosa è certa: auspico che l’uso dell’arma non abbia alcun strascico legale per quest’uomo. Sicuramente c’era la piena buona fede e la volontà di mettere fine ad una condizione di pericolo». Anche Federico Cecchinello, dall’opposizione comunale, apprezza «il senso civico del privato cittadino, che di fronte ad un pericolo a caldo reagisce in modo giustificabile», ma chiede che ora si rifletta sul «senso di insicurezza in cui si trova a vivere la popolazione, che arriva persino a mettere mano ad una pistola. È veramente questa la scelta più opportuna?». Anche Roberto Beggiato, sindaco della vicina Solesino (Bancadria si trova in località Pisana, a un chilometro dalla piazza paesana), non è sicuro della «legittimità del ricorso alle armi in casi come questi. Certe cose vanno lasciate fare a chi usa armi e gestisce la sicurezza per professione. Sicuramente non posso condannare quest’uomo: dubito che in lui ci sia stata la volontà di far male a qualcuno». Dalla minoranza, Elvy Bentani prende invece nettamente le parti del cittadino: «Bisognerebbe solo ringraziarlo. Sarebbe una vergogna se venisse denunciato. E poi, è da tre anni che chiediamo al Comune di investire di più sulla sicurezza. È l’ora, per esempio, di rivolgersi anche a “vigilantes” privati.

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