Truffa dello specchietto coppia di imbroglioni incastrata dalle vittime
ALBIGNASEGO. Corso Boston torna ad essere teatro delle truffe dello specchietto, con due tentativi falliti a fine settembre ai danni di due donne di Albignasego. Le vittime si sono però rivelate più scaltre dei truffatori, permettendo ai carabinieri di identificare e denunciare due pregiudicati. Dalle loro querele sono nate le indagini, giunte lunedì a una svolta.
I fatti risalgono rispettivamente a mercoledì 18 e venerdì 20 settembre. In entrambi i casi le due donne, quarantacinquenni, stavano percorrendo in auto la strada regionale 47 che congiunge Albignasego con Abano Terme e la zona Ovest di Padova. Lungo la tangenziale all’ora di pranzo, prima una e poi l’altra si sono viste raggiungere da un altro veicolo. A suon di clacson e abbaglianti, i due uomini a bordo hanno attirato la loro attenzione facendole accostare. Una volta scesi le hanno colpite con una raffica di insulti, accusandole di aver rotto il loro specchietto in fase di sorpasso. I due, napoletani, per avvalorare la loro tesi mostravano alcune ammaccature sullo specchietto sinistro, ma nessuna delle auto delle due vittime, una Ford C Max e una Ford Focus, avevano alcun segno.
«È colpa tua, ma se ci dai subito 100 euro risolviamo la cosa tra noi» avevano attaccato i truffatori. Fortunatamente le padovane non hanno ceduto, sono risalite in auto e si sono dirette dai carabinieri che in un paio di giorni si sono trovati a raccogliere due querele analoghe. Due episodi distinti, ma di cui era impossibile non notare le analogie nel modus operandi. Grazie a una capillare indagine gli inquirenti hanno rintracciato l’auto usata per la truffa, risultata noleggiata, e scoperto il nome di uno dei napoletani.
Personaggio già noto alla giustizia, è stato poi collegato al complice, anche lui veterano dei raggiri su quattro ruote. La coppia, identificata nel sessantaduenne V. G. di Giugliano in Campania e nel quarantaduenne T. F. di Napoli, lunedì è stata denunciata per tentata truffa in concorso. Si cerca ora di capire se negli stessi giorni fossero riusciti a mietere altre vittime in zona. –
Serena De Salvador
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova